Lavoro, trasporti e welfare: la ricetta di Alfieri
Si è svolto mercoledì sera a Gallarate un incontro con Alessandro Alfieri, candidato del pd alle prossime elezioni regionali
«La politica non può limitarsi a sollevare domande, deve anche dare risposte». Alessandro Alfieri incontra militanti del Pd ed elettori a Gallarate: si parla di temi economici, ma anche attenzione a giovani e famiglie, di sanità e welfare. Faro della proposta del candidato del Pd al consiglio regionale è «la necessità di ricostruire coesione sociale», in un Paese (e in una regione) dove sembra prevalere la logica della contrapposizione su quella della costruzione di una società che tenga insieme gli interessi di tutti.
A Gallarate, centro dell’area più industralizzata della provincia, la crisi sta avendo un’impatto pesante: «Oggi nel punto peggiore, in mezzo al guado» ha spiegato Franco Colombo presidente di Confapi, ospite della serata insieme al sindacalista Angelo Re. Sedicimila lavoratori in provincia che hanno usufruito della cassa integrazione e oltre cinquemila in mobilità. E più di millesettecento sono i lavoratori coinvolti nel gallaratese. «Diminuisce il ricorso alla cassa integrazione – continua Angelo Re della Fim Cisl – e il governo parla di un segnale di ripresa. Ma l’uso è diminuito semplicemente perchè le settimane di cassa sono ormai esaurite». Di fronte ad uno scenario ancora drammatico, secondo Alfieri la risposta data finora è insufficiente e sbagliata: «Brunetta ha dato il via ad una crociata ideologica contro il pubblico, ma nel contempo la spesa dell’amministrazione dello Stato continua ad aumentare: hanno creato anche nuovi ministeri». Aumenta la spesa a Roma – ragiona Alfieri – mentre quella degli enti locali viene bloccata dal patto di stabilità. Gli investimenti, poi, devono essere rivolti alle opere necessarie: «Ad esempio sul trasporto locale: ho sostenuto la Pedemontana, ma limitarsi a costruire nuove strade aumenta il traffico. Serve invece andare avanti in parallelo sul trasporto pubblico, come ad esempio il potenziamento della Rho-Gallarate». E la maggiore infrastruttura del territorio, l’aeroporto di Malpensa? «La terza pista non serve, neanche per creare occupazione. Serve una gestione più razionale dello scalo». E in parallelo la liberalizzazione delle tratte aeree: «Ancor oggi Lufthansa non può competere sulle tratte più redditizie».
Ma non di sola economia si vive. Serve anche un progetto sulla società, che passi da un nuovo welfare che tuteli i giovani e le famiglie, ma anche dalla integrazione degli stranieri. «Formigoni è prigioniero della politica della Lega, che ha messo in crisi la coesione sociale. Guardate cosa è successo in via Padova. Ma non si può giocare con le paure e i problemi della gente: La Lega ha sollevato i problemi, ma la politica deve anche indicare soluzioni. L’invecchiamento della popolazione chiede di rimodulare un welfare troppo sbilanciato sul versante pensionistico e poco sui servizi. «Per sostenere le famiglie servono politiche che consentano di conciliare famiglia e lavoro: abbiamo fatto la proposta di un investimento sugli asili nido per 100 milioni». Per aiutare le famiglie, Alfieri propone anche detrazioni fiscali («oggi ridicole, poche centinaia di euro l’anno») sulle rette di asili e case di riposo e per l’assunzione di badanti. «Il che avrebbe il vantaggio di favorire la regolarizzazione delle badanti che lavorano in nero». Altro capitolo rilevante, quello sanitario: «Il sistema sanitario in Lombardia è efficiente, va riconosciuto. Però, di fronte a casi come quello della clinica Santa Rita, servono controlli più seri sul privato e più attenzione al sistema di accreditamento: le strutture private non possono finire in mano sempre agli amici e non possono lavorare per incassare i contributi della Regione».
Il dibattito, molto partecipato, ha visto anche l’intervento – piuttosto anomalo – di alcuni militanti di destra radicale di Casa Pound, «incuriositi – ha spiegato Gabriele Bardelli in rappresentanza del gruppo – dalla lettera di Alfieri che chiedeva un confronto diretto e non solo con la propria parte politica».
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