Lunga vita allaNera di Verzasca
I neonati becchetti della razza montana saranno oggetto del programma attivato per migliorare la specie e rinsanguare le greggi
Aziende agricole, ARAL Lombardia, Federazioni italiane e ticinesi di allevatori, Università degli Studi di Milano e Comunità Montana Valli del Verbano si sono riunite a Giubiasco (Canton Ticino) nell’Assemblea Interreg del progetto Valorizzare l’allevamento e i prodotti della razza autoctona Nera di Verzasca negli ecosistemi montani. Finalità dell’incontro di febbraio è stato quello di delineare le strategie per il 2010 prima della nascita delle caprette per il prossimo anno.
Durante l’incontro sono state recepite e formalizzate in un documento le indicazioni emerse dal convegno e dalla tavola rotonda svoltesi ad inizio dello scorso dicembre nell’ambito dello stesso programma. Le esperienze maturate in Francia per la tutela della Capra Corsa e in Italia in ambito ovino e bovino sono state il riferimento per individuare e attuare strategie per la salvaguardia della razza autoctona Nera di Verzasca.
La sfida è migliorare le performance produttive della Nera di Verzasca cercando un equilibrio tra il miglioramento delle caratteristiche della specie e la tutela della varietà del patrimonio genetico. L’obiettivo è incrociare gli esemplari migliori ed evitare gli accoppiamenti tra consanguinei. A scopo sono state concordate regole e procedure applicate da subito per selezionare i becchetti nati in questi giorni ed indirizzare i futuri accoppiamenti.
E’ stato concordato nell’Assemblea di allevare tutti i maschi nati dal 25% delle migliori femmine presenti nelle aziende e di compilare una scheda di identificazione per tutti gli esemplari maschi di Nera di Verzasca: questa deve testimoniare e tracciare le caratteristiche del piccolo al momento della nascita e l’esatta anagrafica. Inoltre sono stati individuati due momenti di incontro, a giugno e settembre, per dare una valutazione collettiva dei giovani becchi e tra questi selezionarne i migliori. Questi saranno oggetto di uno scambio tra allevatori che tenga in considerazione gli eventuali scambi precedenti eliminando così il rischio di parentela.
Una delle proposte suggerite e, al momento in fase di valutazione, è l’idea di creare uno o due centri di allevamento per i becchi giudicati meglio idonei alla monta. Questo permetterebbe di allevare gli esemplari alle stesse condizioni fino al momento della riproduzione. Questo centro sarebbe un’iniziativa unica in Italia nel comparto caprino e paragonabile solamente all’ allevamento di Poitiers, Francia, che però viene utilizzato principalmente per la produzione di seme congelato.
Mario Alberti, Presidente del Comitato Interreg, commenta: ”Siamo finalmente arrivati, dopo anni di sperimentazione e raccolta dati, a fornire agli allevatori di nera di Verzasca strumenti indispensabili per chi alleva rispettando un metodo tradizionale di conduzione legato all’ambiente montano e deve produrre reddito, condizione unica per dare continuità e futuro all’agricoltura di montagna.”
Il precedente progetto Interreg (2000-2006) e l’attuale (2007-2013), insieme alle iniziative per valorizzazione dei prodotti della Nera di Verzasca, come la Formaggella del Luinese che ha ricevuto il marchio dop, hanno ravvivato l’interesse degli allevatori per la razza autoctona e il numero di esemplari è aumentato. Tuttavia la Nera di Verzasca resta una specie a rischio di estinzione ed è obiettivo prioritario di questo progetto migliorare il patrimonio genetico al fine di migliorare le performance produttive e quindi la selettività delle aziende.
“Siamo in un momento di rilancio dell’agricoltura di montagna grazie anche all’interessamento di Regione Lombardia e Unione Europea” commenta il Presidente della Comunità Montana Valli del Verbano Marco Magrini. “Il progetto restituisce innanzitutto grandi soddisfazioni sotto il profilo scientifico considerato che è unico nel panorama caprino in Italia. In secondo luogo questo Interreg, insieme ad iniziative quali G.A.L. Gruppi di Azione Locale e Strada dei Sapori e iniziative come Corni e pecc e MIPAM, può diventare realmente volano per fare in modo che l’allevamento diventi economicamente sostenibile per chi lo pratica oltre che una passione”
Comunità Montana Valli de Verbano è capofila italiano del progetto di cooperazione transfrontaliera, mentre per la parte svizzera l’Ente di riferimento è la Federazione Ticinese dei consorzi di allevamento caprino e ovino di Broglio. Diversi sono i soggetti partner del progetto: l’Associazione Nazionale della Pastorizia (ASSONAPA) di Roma, l’ARAL – Associazione Regionale Allevatori della Lombardia, la Federazione svizzera di allevamento caprino, la Station de recherche Agroscope e l’Ufficio agricoltura del Dipartimento Finanze e Economia di Bellinzona.
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