Parcheggi del Fare, apertura rinviata a maggio

I 660 posti di proprietà comunale sono chiusi dalla primavera scorsa per lavori. "Chiesta una proroga: si fa fatica a trovare parti di ricambio delle pompe"

A primavera inoltrata, forse, riapriranno i parcheggi del Fare. L’amministrazione comunale ha annunciato che la riapertura della struttura dovrà essere rinviata ulteriormente: «Dopo numerose sollecitazioni all’Immobiliare Venegoni– ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici Leonardo Martucci – ci è pervenuta una richiesta di proroga dei lavori fino al 30 aprile». Il ritardo sarebbe giustificato dalla difficoltà di reperimento di parti di ricambio per le pompe idrauliche, trasferite ad una quota più profonda. La questione, che si trascina ormai da mesi, è tornata nell’aula del consiglio comunale grazie ad un’interrogazione di Angelo Senaldi (Pd): «A dicembre l’assessore Martucci assicurava la riapertura a fine anno. Poi si è parlato di inizio febbraio, infine si è detto fine febbraio. C’è un’ipotesi di riapertura?». La risposta è appunto una nuova data: i lavori finiranno il 30 di aprile. Ennesima scadenza di una vicenda è aperta dall’agosto dello scorso anno. «E anche se riaprisse il 1° maggio, – ha ironizzato Senaldi commentando la risposta di Martucci – i pendolari non saranno al lavoro». Tra i problemi da affrontare c’è infatti anche la convivenza nelle strade di Sciarè tra i cittadini del rione e i pendolari che vengono qui a parcheggiare, in mancanza di alternative: esigenze diverse che hanno creato più di un attrito. E che potrebbero essere risolti appunto dai parcheggi dell’autosilo, in grandissima parte di proprietà comunale.
 
Rimane curioso che l’amministrazione, che rappresenta la città proprietaria di uno spazio di fatto interdetto, abbia atteso un’interrogazione da parte della minoranza per aggiornare i cittadini sui tempi dei lavori. Ma il parcheggio non è l’unica eredità problematica lasciata dal Fare: ad aprile del 2009 la commissione di vigilanza e controllo stabilì che nell’intervento su Viale Lombardia, realizzato dai privati nell’ambito del piano urbanistico legato al centro commerciale, vi furono numerose irregolarità rispetto ai progetti approvati dal Comune. «Da ottobre – ha notato Marco Casillo (Pd) in una comunicazione al consiglio comunale – non ne sappiamo più nulla. Non sono previste indagini interne? Si sono fatte altre verifiche?». Il capogruppo dei democratici ha chiesto di «non mettere in sordina la vicenda» e di chiarire tutte le responsabilità. Era una comunicazione, non un’interrogazione, dunque non era prevista una risposta immediata. Ma rispetto a quella che fu definita dalla commissione (che riuniva maggioranza e opposizione) «una vera e propria sanatoria sui generis», un chiarimento sarà necessario.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Febbraio 2010
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