Primo marzo, sciopero dei lavoratori stranieri di Malpensa
Lo annuncia il sindacato autonomo Cub Trasporti Lombardia: l’astensione dal lavoro sarà di 24 ore, ad esclusione delle fasce garantite dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21
Primo marzo, sciopero dei lavoratori stranieri di Malpensa. Lo annuncia il sindacato autonomo Cub Trasporti Lombardia: l’astensione dal lavoro sarà di 24 ore, ad esclusione delle fasce garantite dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21 per i settori operativi e per tutta la giornata per i settori amministrativi non legati all’operatività degli aeromobili passeggeri. I rappresentanti del Cub spiegano in una nota le motivazioni dello sciopero: «Per i lavoratori part-time, che attendono il passaggio full-time, pur facendo nella realtà l’orario pieno, nonostante le numerose assunzioni, ed il superamento da parte di Sea del limite massimo previsto dal contratto; per i lavoratori a tempo determinato, che devono essere assunti a tempo indeterminato, ed ora con la richiesta di nuova cassa non hanno ancora ricevuto nessuna comunicazione da parte della direzione Sea; per le lavoratrici e i lavoratori del check-in e del piazzale, che attendono il riconoscimento del livello e l’adeguamento economico previsto dal contratto collettivo nazionale; per i lavoratori che a causa di problemi fisici, hanno dovuto chiedere esenzioni, correlati al lavoro in azienda, che vengono costretti a scegliere tra la cassa e la sospensione senza stipendio, nonostante gli accordi e le leggi prevedano la tutela dei lavoratori ammalati; per le lavoratrici e i lavoratori del check-in Easy-jet, che quotidianamente debbono sopportare, insulti ed angherie senza che Sea intervenga; per le discriminazioni sugli orari, e i continui soprusi che i lavoratori subiscono, con uguali orari e retribuzioni diverse tra lavoratori e le centinaia di provvedimenti disciplinari; per le continue discriminazioni che i lavoratori stranieri subiscono. Nessuna risposta viene data da Sea. Ed anzi si utilizza la politica repressiva nei confronti dei lavoratori che operano nel rispetto delle procedure aziendali ma che non permettono il rispetto di tempi sempre più stretti per le operazioni di check-in e handling si fa sempre più aggressiva, nonostante la cronica mancanza di personale in ogni reparto. Nessuna risposta dalle organizzazioni sindcali. Ed anzi da mesi, Cgil-Cisl-Uil-Ugl-Flai-Sdl, continuano a firmare accordi che favoriscono le scelte Sea, senza nessuna assemblea dei lavoratori e senza porre alla Sea i problemi dei lavoratori. Ne è un esempio la gestione clientelare della cassa volontaria, con lavoratori che pur avendo gravi problemi personali viene negata, mentre “amici” dei vari funzionari sindacali, senza nessuna motivazione, sono perennemente in cassa. Non bisogna farsi intimidire».
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