Sfreccia a Ville Ponti l’auto del futuro
Un interessante workshop con relatori internazionali ha mostrato le mille prospettive di un settore che sta subendo una vera e propria rivoluzione
Il settore automobilistico è in piena crisi? Se per certi versi è vero, per altri c’è invece solo da rimboccarsi le maniche: perché l’auto è protagonista di una trasformazione radicale destinata a cambiare non solo il suo futuro, ma anche quello della nostra mobilità ed è perciò un mondo aperto ad ogni possibilità.
La giornata sull’”auto del futuro” organizzata dalla Camera di Commercio varesina dedicata ai sistemi produttivi delle vetture funzionanti ad energia alternativa, ha mostrato infatti quanto avanti siano le sperimentazioni – e le prime commercializzazioni – di veicoli che non utilizzano benzina, ma quanto ancora ci sia da fare in termini di innovazione e componentistica per questi veicoli che hanno ancora l’aspetto esterno delle auto tradizionali ma una vera e propria rivoluzione sotto il cofano.
«E’ molto ampio lo scenario della propulsione alternativa – Ha spiegato Cornel Stan, professore di Termodinamica in diverse università europee e fondatore del Centro di Trasferimento Tecnologico di Zwichau, in Germania, entrando nello specifico del tema – Senza dubbio una macchina termica avrà un rendimento più alto della pila combustibile, e quindi questi due modi di alimentare il motore saranno naturalmente destinati a due utilizzi diversi. Per intenderci: un camion non può funzionare con una batteria. Nel suo caso il motore diesel continuerà ad avere un senso, ma verrà ottimizzato con un combustibile simile alla nafta ma di origine vegetale. Sono auto più piccole ad essere pensabili come alimentate ad energia elettrica, ma in questo caso il problema è la batteria. Sviluppare 36 cavalli per un’ora (cioè una potenza inferiore alla Panda base) ci vuole una batteria al litio del peso di 200 chili, e se la batteria fosse al piombo dovrebbe pesarne mille di chili, Per questo tutti si rivolgono ad un uso cittadino».
Un uso che da Varese si comincia già a sperimentare: è di Daverio infatti una delle due case history presentate nella mattinata. Si tratta della Movitron, giovane casa produttrice di una micro macchina (per il codice della strada più correttamente è un quadriciclo) funzionante completamente a batteria. I relatori – nel caso specifico il direttore commerciale dell’azienda, Paolo Caciagli – hanno potuto mostrare ai partecipanti anche un modello perfettamente funzionante, con tanto di sirena sul tettuccio: verrà infatti consegnato alla polizia di Matera sabato prossimo.
Alle nostre latitudini, però, non solo si va già sul concreto, ma si vuole anche portare più in là la sperimentazione: «Per il momento non si possono utilizzare le economie di scala, perciò il costo di una autovettura elettrica è ancora sproporzionato rispetto ai benefici che ne trae chi la usa – precisa Giorgio Gabba, varesino, project manager della Protoscar di Rovio, vicino a Mendrisio. Un laboratorio – studio tecnico che si occupa del “dialogo” tra le nuove tecniche, le infrastrutture energetiche, le case automobistiche e i consumatori su questo nuovo mezzo di trasporto – Per questo, più ancora di “accontentarsi” a studiare citycar o berline, che comunque costano molto di più delle loro omologhe a benzina, meglio sarebbe dedicarsi alle macchine sportive o comunque particolari, il cui maggior costo e una sperimentazione più estrema sono più giustificate».
Gabba con la Protoscar si occupa anche della parte infrastrutturale: «La macchina elettrica al momento è pensata per chi ha un garage dove ricaricare l’auto alla sera. Ma una colonnina di ricarica veloce è in grado in un quarto d’ora di dare cento chilometri aggiuntivi d’autonomia ad una auto elettrica: con trentamila dollari un autogrill può procurarsi un dispositivo di cui gli utenti possono fruire nel tempo di una pausa al bar».
C’è chi, infine, non studia nemmeno l’ipotesi di come il cliente possa ricaricare: passa direttamente a una sorta di bike sharing – in questo caso auto-sharing – ancora più pratico. E’ il caso del progetto Cristal, una via di mezzo tra un’auto e un minibus che può essere utilizzato come mezzo di trasporto pubblico da individui singoli o piccole collettività, a seconda dell’esigenza del momento, attraverso un sistema di stazioni.
Ancora aperta nelle sue possibilità di utilizzo, è stata realizzata da Lohr industries attraverso il “Pole Vehicule du futur” di Mulhouse, uno dei Poli di competitività promossi del governo francese per lo studio e l’innovazione di alcuni settori strategici dell’industria e presentato nella mattinata dal direttore del polo scientifico, Philippe Chican.
Il workshop si è poi concluso secondo i concretissimi schemi del servizio di internazionalizzazione della Camera di Commercio: cioè, con incontri business tra le aziende e i relatori. Tra cui figuravano, oltre quelli già citati, anche Lino Guzzella, professore di Termotronica del Politecnico di Zurigo e Paolo Magni, project manager della Fondazione Politecnico di Milano.
Perchè è importante tenersi informati: ma quello che conta è che c’è da lavorare, per un futuro migliore.
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