Shoah e foibe, a Cassano Magnago pari sono

Il Comune ha tenuto ieri una manifestazione unica per Giornata della Memoria e Giornata del Ricordo, scarsa la partecipazione. Il sindaco: "Non mi sembra il caso di distinguere fra le vittime"

Giornata della Memoria, Giornata del Ricordo. Già di nome si somigliano (volutamente) le due manifestazioni, tanto vale accorparle. Così hanno pensato in quel di Cassano Magnago. Il risultato è stato che anzichè una modesta partecipazione a due manifestazioni separate, se ne è avuto una ancora più scarsa alla singola manifestazione "unitaria" programmata per ieri. Quasi un compromesso – in verità sbilanciato – fra le date del 27 gennaio, 65° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa sovietica, e il 10 febbraio, data della firma del trattato di pace che amputò l’Italia, oltre che delle mal guadagnate colonie, dell’Istria, di Zara e di varie terre a maggioranza slava, oltre che di Briga e Tenda – delle quali però, in mancanza di morti ammazzati, non ci si ricorda mai. Una data poi scelta a simboleggiare la patria perduta di giuliani e dalmati, e le crudeli violenze compiute fra il 1943 e il 1947 dai titini jugoslavi e da elementi a loro collegati a danno di fascisti e non. Una pulizia etnica mascherata da rivincita politica.

A spiegare le ragioni pratiche dietro la scelta di una manifestazione unica è il sindaco Aldo Morniroli, Aldo Morniroliamareggiato per la risposta modesta dei cassanesi alle celebrazioni e per le polemiche insorte. «Organizziamo queste manifestazioni di domenica proprio per permettere ai cittadini di partecipare» premette. «Il fatto è che domenica scorsa era il 31 gennaio, festa di san Giulio»: e mischiare il rogo della Gioeubia con i forni crematori di Auschwitz, be’, ecco, «non pareva consono» per usare l’eufemismo del primo cittadino. Nulla impediva, però, di scegliere la domenica prima, il 24 gennaio. ma con le manifestazioni è meglio non esagerare. «A queste manifestazioni poi partecipano sempre le associazioni d’arma, ci sono reduci molto anziani che cercano sempre di esserci, per loro è impegnativo» e in pieno inverno, meno li si trattiene all’aperto e meglio è. Quindi la considerazione è anche, diciamo così, umanitaria.
Poi vengono le argomentazioni su cui si è discusso, si discute e si discuterà: a ognuno la sua sacrosanta opinione. «I morti sono morti, non credo che si debba distinguere» dice Morniroli, confermando anche per l’anno prossimo la scelta di accorpare le due manifestazioni. Non si rischia in tal modo, invece di unire, di dividere? La mancata partecipazione di alcuni (vedi PdCI) era programmatica e annunciata in anticipo, diamteralmente opposta, manco a dirlo, la posizione della Lega Nord che non esita a parlare di "Shoah dei veneti" a riguardo della tragedia delle foibe e dell’esilio. «Si va molto sui giornali, poi quando c’è da essere presenti…» replica amaro il sindaco. «Meno polemiche, più presenza. Anche [la senatrice ndr] Pellegatta mi scriveva contestandomi, a sentirla pare quasi che le foibe siano colpa degli italiani».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Febbraio 2010
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