“Solo il re può mascherarsi da leopardo”

Ornella Pasini, studiosa varesina, ha collezionato negli anni circa trecento maschere realizzate dalle diverse etnie dell'Africa Nera. Ne racconta il valore e i segreti

maschere africane Quella di Ornella Pasini è una collezione affascinante che raccoglie il volto dell’arte africana. Trecento esemplari di maschere originarie dei paesi dell’area centro occidentale del continente, ognuna con una storia e un significato proprio. Molte sculture rappresentano animali come il leopardo o l’elefante simboli del potere regale, il bufalo segno della forza fisica, l’ariete della caparbietà e non solo. Esse provengono dal Congo, dal Mali, dalla Nigeria, dalla Costa d’Avorio e da altri luoghi dove la popolazione dei villaggi ne ha fatto una vera e propria componente della vita quotidiana: «Ogni maschera – ha spiegato la studiosa – è legata a un momento particolare: l’iniziazione dei giovani alla società adulta, il raccolto, la semina, l’insegnamento, la morte. Ne esistono di ogni tipo e materiale e sono legate tra loro da molti aspetti in comune. La fusione tra popoli, gli spostamenti e le guerre hanno messo in contatto etnie diverse e questo ha portato alla mescolanza di usanze o all’affermarsi di riti da un luogo all’altro». 

I canoni estetici in questo caso sono molto diversi rispetto a quelli a cui siamo abituati ma il valore delle creazioni africane dipende da altro: una maschera con la bocca storta potrebbe infatti far storcere il naso a chi la osserva eppure trova molto rispetto tra la sua popolazione poichè invita a non sottovalutare gli insegnamenti e i consigli: «Valgono proprio per il loro potere culturale. Le maschere che ho raccolto negli anni sono state testimoni di riti e di passaggi molto importanti per il popolo che le ha create. afilata africana acli varese Pensiamo ad esempio a quelle che vengono realizzate in occasione delle cerimonie funebri, esse hanno un ruolo molto importante, quello di scacciare gli spiriti malvagi. In questi paesi Africani il lutto è accompagnato da una cerimonia chiassosa nel quale si vuole appunto accompagnare il defunto nel suo viaggio e le maschere sono proprio utilizzate per allontanare i demoni dalla persona scomparsa». La valenza di sacralità di questi oggetti si accompagna a una regola che vale in quasi tutti i villaggi africani:
«Le maschere – prosegue Ornella Pasini – possono essere indossate solo dagli uomini, anche quando rappresentano personaggi femminili. Questo avviene quasi sempre tranne in alcune rare eccezioni. La donna inoltre nelle rappresentazioni e nei travestimenti riveste sempre un duplice ruolo, tra la divinità e la strega». La collezionista varesina ha aperto le porte del suo patrimonio culturale durante la Settimana del Congo organizzata dalle Acli di Varese nella sede di via Speri della Chiesa. L’iniziativa è stata accompagnata da una sfilata di abiti tipici africani.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Febbraio 2010
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