Violentissimo terremoto: tsunami nel Pacifico
Una scossa di 8.8 gradi Richter, tra le più violente di sempre, ha devastato un'area centrale del Cile: decine di vittime e la capitale Santiago senza corrente. L'onda di maremoto in direzione dell'isola di Pasqua
Ancora un disastroso terremoto dopo quello che ha messo defintivamente in ginocchio Haiti. Questa volta è il Cile centrale, zona altamente sismica al confine fra la placca pacifica e quella sudamericana, ad essere stato colpito alle 7,34 ora italiana (sul posto era la mezzanotte circa) da una scossa di magnitudo 8.8 della scala Richter.
Si parla di decine di vittime (85 secondo i dati disponbiili alle 15 di oggi) e di danni gravi, particolarmente nella città di Concepciòn, ma anche la capitale Santiago è colpita gravemente e manca la corrente elettrica. Un’onda di maremoto, dopo aver colpito la costa cilena limitatamente all’area interessata – l’epicentro, molto profondo, era a circa 100 km da Concepciòn – è partita a raggiera in direzione dell’oceano aperto e si è abbattuta sul minuscolo arcipelago di Juan Fernandez, uno dei posti più sperduti della Terra, uccidendovi tre persone e devastandone le coste. Si temono conseguenze anche a molta distanza, data l’immensa vastità del Pacifico e la capacità degli tsunami di traversarlo in poche ore trasferendo l’inaudita potenza del terremoto. Prudenzialmente si è attuata un’evacuazione delle zone costiere a Rapa Nui, meglio nota come l’Isola di Pasqua, famosa per i moai, che è territorio cileno.
Grazie alla rete di sensori d’allarme predisposta dagli scienziati americani, è possibile seguire per tempo l’evoluzione di questi fenomeni: si calcola ad esempio che l’eventuale onda di maremoto possa raggiungere le Hawaii alle 22 circa (ora italiana) di oggi. L’onda potrebbe però giungere attenuata dalle grandi distanze, limitando i danni.
La scossa registrata è stata mille volte più forte di quella, più superficiale, che ha raso al suolo Port-au-Prince, e fra le più violente degli ultimi decenni. Secondo alcune fonti avrebbe letteralmente allargato di qualche metro in un colpo secco il Sudamerica. Localmente solo il sisma di Valdivia del 1960, rimasto nella storia della sismologia come il più potente mai registrato con 9.5 Richter, fu più forte.
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