Addio valico del Madonnone: Borradori e Cattaneo concordano

Lombardia e Ticino cercano soluzioni per alleggerire il traffico nell'area del Malcantone con mobilità sostenibile

Niente più valico del “Madonnone” e un tavolo di lavoro per discutere del potenziamento del parcheggio in area mercato di Lavena Ponte Tresa ed il prolungamento fino al fiume Tresa della locale stazione ferroviaria che da Ponte Tresa porta a Lugano.
Questo il risultato del sopralluogo a Lavena Ponte Tresa del Consigliere di Stato Marco Borradori, Direttore del dipartimento del territorio del Canton Ticino, insieme all’assessore regionale lombardo, Raffaele Cattaneo. L’unità di vedute dei due politici si è palesata nel desiderio, ormai quasi un obbligo, di abbandonare il progetto del valico nella zona del Madonnone. I due principali attori politici coinvolti, lombardo e ticinese, si sono sbilanciati a favore di un nuovo piano per i trasporti e per la mobilità a partire da quella su rotaia, per poi affrontare nel tempo quello più annoso, il trasporto su gomma che tanto malumore crea nell’area del Malcantone.

Il progetto del Madonnone prevedeva un valico in direzione Luino, a poche centinaia di metri da dove sorge l’attuale posto doganale. «Siamo felici di questo risultato», ha detto il sindaco di Lavena Ponte Tresa Pietro Roncoroni, presente insieme al collega svizzero di Ponte Tresa (CH), «perché portare il capolinea delle ferrovia leggera ticinese fino al fiume è già molto, insieme alla volontà di potenziare il parcheggio di piazza mercato. L’altra cosa importante è l’accordo sull’abbandono del progetto “Madonnone”, questo permette di ripensare un’area che per 40 anni è stata ferma, bloccata. Tutto ciò, ha concluso il sindaco, sarà ripreso in un Interreg che noi abbiamo già presentato, bene articolato, che va ripreso per creare un tavolo di lavoro che affronti le tematiche della viabilità su rotaia ma anche su gomma». Le intenzioni e le volontà ci sono e sembrano concretizzarsi in un accordo bilaterale.

Rimane da capire chi paga tali opere per la parte svizzera e soprattutto i tempi di attuazione, ma tutti sono concordi nel dire che la rotaia deve poter sostituire una parte del traffico frontaliero per alleggerire l’area del Malcantone e la stessa Lavena Ponte Tresa. Altro aspetto da tenere in considerazione, da non dare per scontato, è l’appeal che una tale opera riuscirà ad avere sui frontalieri, abituati ad usare la macchina dal proprio box fino all’ingresso dell’azienda o del cantiere. Si dovrà puntare, oltre che su tariffe convenienti, anche su una nuova educazione alla mobilità.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Marzo 2010
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