Canestri e commozione per Raga e il Ponte del Sorriso
Circa 2.500 persone hanno affollato il palasport per rendere omaggio al grande messicano della Ignis e agli altri campioni presenti. Una grande serata per il futuro dell'Ospedale Pediatrico della Città Giardino

Dopo i ragazzi sbandieratori tocca a Paolino Crespi, il giovane autore di "Vado a farmi la chemio e torno" che sta combattendo la sua lotta contro la malattia, in diretta telefonica dall’Istituto dei Tumori di Milano.
Poi è la volta di una presentazione lunghissima, quella che prima porta in campo la squadra N.B.A. (non fatevi ingannare, si parla della Nazionale Basket Artisti) e poi, soprattutto, la squadra delle vecchie glorie.
Dove la componente gloria batte per distacco incolmabile quella dell’età. Con la maglia gialloblu – in panca c’è un certo Sandro Gamba – palleggiano e tirano mostri sacri come Ossola, Flaborea, Rusconi, Vescovi, Bulgheroni e tanti altri, seguiti in borghese da Dino Meneghin, Vittori ma non solo. Con la scritta “Ponte del sorriso” sulla casacca c’è pure Pozzecco che si prende la solita vagonata di applausi (e non serve che giochi). In biancorosso spuntano i Fichi d’India (clamorosa la marcatura stretta di Bruno Arena su Vescovi…), il dj Ringo, Gigi Sammarchi (senza Andrea), ottimi comprimari di una festa in cui Raga non gioca per qualche problema fisico ma che apre con cinque tiri tutti a segno.

Nel secondo intervallo della partita arriva per Raga il momento più bello, quello della consegna della cittadinanza da parte del sindaco Fontana. L’uomo elicottero è emozionato davvero, ringrazia la gente di Varese («Voi ci avete fatto vincere tante partite, ci avete sostenuto sempre fino in fondo…») e ricorda i momenti belli e quelli brutti: «In questa città ho potuto crescere una famiglia, c’è qui con me Manuel Jr (il figlio che gioca ancora a Vacallo), ho avuto un dolore grande (l’altro figlio, Fidel, ha un grave handicap e vive anche lui nella città del fratello)… qui sono sempre stato accettato per quello che sono. Che Dio vi benedica».
Finisce tra tante risate, qualche lacrima di commozione e un’asta con in palio una canottiera originale della Ignis con il numero 15, che finisce tra le mani di Guido Borghi in cambio di un bell’assegno per l’Ospedale dei bimbi. L’incasso complessivo dovrebbe aggirarsi intorno ai ventimila euro (da una prima stima): la Grande Ignis ha vinto un’altra partita.
Finisce tra tante risate, qualche lacrima di commozione e un’asta con in palio una canottiera originale della Ignis con il numero 15, che finisce tra le mani di Guido Borghi in cambio di un bell’assegno per l’Ospedale dei bimbi. L’incasso complessivo dovrebbe aggirarsi intorno ai ventimila euro (da una prima stima): la Grande Ignis ha vinto un’altra partita.
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