Caso Uva, il 9 giugno medici dal gup

L'artigiano morto dopo una notte in caserma. Fissata l'udienza per la richiesta di rinvio a giudizio a due sanitari

Il clamore mediatico sollevato intorno alla morte di Giuseppe Uva sembra aver impresso una accelerazione delle indagini. Il 9 giugno è stata fissata l’udienza preliminare davanti al gup, Cristiana Marzagalli, che vede due medici dell’ospedale di Varese imputati di omicidio colposo. Si tratta del primo approdo davanti a un giudice dell’inchiesta, almeno per quanto riguarda il primo fascicolo di cui si è occupato il pm Sara Arduini.

L’inchiesta

Il magistrato ha escluso che i carabinieri possano aver picchiato Giuseppe Uva e averne determinato la morte a seguito di percosse, sulla scorta di una perizia medico legale che non ha riscontrato un rapporto di causa effetto tra le presunte botte e il decesso. Il pm ha invece spiegato che all’uomo furono somministrati, in ospedale, calmanti  antipsicotici, sedativi e ansiolitici che erano incompatibili con lo stato di ubriachezza nella quale versava la vittima.

Il caso mediatico

L’artigiano varesino è morto il 15 giugno 2008, ma il caso è tornato di attualità in questi giorni per la denuncia dell’ex senatore Manconi; questi si dice convinto che Uva sia stato massacrato di botte nella caserma dei carabinieri di Varese e ha chiesto una riapertura del caso che la procura aveva in realtà già preso in considerazione a settembre.

Le accuse della famiglia

Nel dossier consegnato dalla famiglia martedì in procura vi sono altre accuse indirette, ovviamente tutte da verificare, contro l’operato dei carabinieri, e in particolare tre testimonianze di amici di Uva che sapevano di una sua relazione amoroso con la moglie di un carabiniere. E’ vero? Fu un movente?  La difesa chiede di verificarlo. Il procuratore Grigo ha promesso che saranno riesaminate tutte le ipotesi, garantendo chiarezza e imparzialità sia ai carabinieri che alla famiglia.  

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Pubblicato il 24 Marzo 2010
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