Coinger, anche quest’anno differenziata in crescita
Il consorzio gestisce i rifiuti di 22 Comuni, tutti nei primi posti della "classifica" dei ricicloni. "Nel 2010 nuovi investimenti per essere ancora più efficienti"
La gestione dei rifiuti in consorzio conviene. A parlare chiaro sono i dati della raccolta differenziata Coinger: i ventidue Comuni soci si piazzano tutti nei primi quaranta posti – su centoquarantuno – della “classifica” dei Comuni più “ricicloni” della Provincia. Il risultato è in linea con quello dello scorso
anno e si inserisce nel trend più ampio degli ultimi anni: «Tra il 2002 e il 2009 abbiamo ridotto la produzione pro capite della frazione secca da 200 a 125 chilogrammi per anno» spiega il direttore del consorzio Paride Magnoni (a sinistra nella foto). L’umido è cresciuto parallelamente da 14 a 57 kg annui pro capite, la plastica da 9 a 21 kg. I buoni risultati nella raccolta differenziata si traducono naturalmente anche in un risparmio economico per i cittadini: il costo pro capite della raccolta è infatti di 75 euro l’anno contro i 95 della media provinciale. «La nostra realtà – commenta il presidente dell’assemblea dei soci Fabrizio Taricco (al centro nella foto)- è la dimostrazione dell’efficienza dei Comuni nella gestione della raccolta, come dicono anche i dati della Provincia».

Oggi il Consorzio serve una popolazione totale di 76500 abitanti e vanta dieci punti di raccolta: tre centri di raccolta principali, dove è possibile conferire anche rifiuti pericolosi, e sette piattaforme. Entro l’anno partiranno i lavori del nuovo centro raccolta di Besnate, per servire i Comuni più a Sud (sono aperte anche alcune trattative per nuove adesioni),
mentre per quella di Solbiate Arno, che è di proprietà del consorzio, è previsto il raddoppio della superficie. «Investimenti orientati a garantire piena rispondenza alla normativa, che è in continua evoluzione». Anche per questa ragione – per assicurare un adeguamento alle nuove norme che sia più snello – il consorzio è pronto a fare un passo importante, rilevare la proprietà delle strutture, lasciando ai Comuni sono il diritto di superficie. «In questo modo – spiega il presidente Silvano Marchini – ogni autorizzazione può essere chiesta direttamente dal consorzio e non attraverso i Comuni, che hanno tempi burocratici più lunghi». Tra gli altri progetti a breve termine c’è anche il lancio, a fine aprile, del servizio sperimentale di raccolta del verde a domicilio. L’intero sistema di gestione è poi trasparente: oltre agli appalti, sul sito si trova la lista di tutti gli impianti di smaltimento delle singole categorie di rifiuti, ma anche le relazioni sui conferimenti mese per mese (ultimo dato: gennaio 2010)

A leggere i numeri relativi ai costi e al servizio, il Consorzio funziona bene, insomma, tanto che anche Legambiente l’ha inserito tra le 100 realtà migliori d’Italia. Eppure all’orizzonte c’è un’incognita non da poco che pesa sul futuro del Coinger: la prevista soppressione dei consorzi, indicata nella Finanziaria 2010 nell’àmbito dei tagli agli enti (presunti) inutili. «Il consiglio di amministrazione – tranquillizzano però gli amministratori – sta pensando ad una forma per dare continuità ad una esperienza che funziona, che ha saputo anche tenere insieme Comuni di diverso colore politico».
E c’è un’altra questione che amministratori e tecnici hanno a cuore, vale a dire lo smaltimento del rifiuto non differenziato, destinato a diventare Cdr, cioè combustibile per altiforni o inceneritori. Oggi il secco viene trasformato a Vergiate e di qui inviato a vari impianti che bruciano Cdr. «Il piano provinciale dei rifiuti – spiega Taricco – non dà indicazioni sull’umido, mentre per il secco prevede l’invio in termovalorizzatore». Ma il piano non indica alcuna strategia per il futuro. Anche perchè l’unico termovalorizzatore esistente in provincia è vincolato a servire solo i Comuni soci del consorzio esistente, l’Accam. «Il piano dovrebbe dare risposte precise – conclude Taricco – e invece dà solo vaghe indicazioni».
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