Dalla Svizzera l’appello per salvare le Maldive
L'arcipelago è minacciato dall'innalzamento del livello dei mari e dal cambiamento climatico. Secondo il presidente Nasheed l'accordo di Copenhagen è insufficiente
Le Maldive sono un paradiso terrestre, un paradiso in pericolo. L’arcipelago emerge di soli due metri sul livello del mare ed è minacciato dalle conseguenze del riscaldamento del clima. Con l’aumento della temperatura atmosferica, l’azione congiunta dello scioglimento delle masse dei ghiacci polari e dell’aumento del volume delle acque degli oceani provoca infatti un innalzamento del livello dei mari, che minaccia in particolare le isole e gli atolli come appunto l’arcipelago maldiviano.
Per i piccoli paesi insulari chidere una politica climatica rigorosa diventa una necessità e un’urgenza. Di questo hanno discusso nella giornata di ieri, lunedì 15 marzo, il Consigliere federale svizzero Moritz Leuenberger, Vicepresidente del Consiglio federale, e il Presidente della Repubblica delle Maldive, Mohamed Nasheed. Per il Presidente Nasheed l’accordo di Copenhagen, volto a limitare a 2° Celsius rispetto all’era preindustriale il riscaldamento climatico da qui alla fine del secolo, è insufficiente Le Maldive chiedono che il riscaldamento climatico venga limitato a 1,5° Celsius.
L’accordo politico di Copenhagen – La Conferenza di Copenhagen sul clima (svoltasi a dicembre 2009) ha raggiunto un accordo politico – chiamato appunto "Accordo di Copenhagen" – che mira a limitare l’aumento della temperatura atmosferica globale a un massimo di 2° gradi Celsius rispetto al livello di temperatura che si misurava prima della rivoluzione industriale. Le Maldive, alla pari degli altri piccoli Stati insulari consociatisi nell’AOSIS (acronimo inglese di alliance of small island states: Associazione dei piccoli Stati insulari), hanno da sempre criticato questo limite di 2° gradi Celsius, perché a loro detta non garantisce in modo sufficiente che le loro terre non siano sommerse. L’accordo sancisce comunque la possibilità di rafforzare le misure di riduzione delle emissioni dei gas serra qualora degli studi scientifici dovessero dimostrare la necessità di abbassare tale limite, portandolo ad esempio a +1,5° gradi Celsius.
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