Gli ambulanti diffidano il sindaco: “vietato spostarci”
Raccolte centoventi firme contro lo spostamento dei banchi dall'area mercato per il concerto di Mario Biondi: gli operatori minacciano di rivolgersi alla Procura
Gli ambulanti che operano nel mercato gallaratese sono pronti a fare denuncia alla Procura se lo spostamento dall’area mercato sarà attuato. Con l’appoggio della Federazione Ambulanti Padani hanno raccolto un totale di centoventi firme a sostegno di un documento che intima al sindaco «di rivedere le proprie arbitrarie ed unilaterali scelte». Gli operatori spiegano che non sono disposti a prendere neppure in soluzione uno spostamento dagli spazi previsti dalla concessione rilasciata dal Comune. La presenza di una precisa concessione che norma la presenza al mercato è proprio l’aspetto che gli ambulanti sottolineano: ogni modifica alle disposizioni che non fosse concordata andrebbe a danneggiarli. Per questa ragione sono pronti a rivolgersi all’autorità giudiziaria, tant’è vero che la missiva è già stata inviata in copia alla Procura della Repubblica.
«Gli ambulanti del mercato di Gallarate – scrive la Fed.a.p. – dimostrano di essere molto più maturi di quanto le storiche rappresentanze vogliono farci credere e noi della Federazione Ambulanti Padani su questo non avevamo alcun dubbio. L’iniziativa spontanea degli operatori del mercato di Gallarate di avviare una raccolta firme per esprimere il loro netto dissenso all’utilizzo della piazza per fini diversi dal mercato da parte dell’amministrazione comunale è lodevole e va, a nostro parere, sostenuta in tutte le sedi opportune». E il successo che l’iniziativa avrebbe raccolto tra gli ambulanti è anche al centro di polemiche con le altre associazioni di categorie: normali dinamiche “sindacali”, che portano gli ambulanti padani a ricordare che «la rappresentanza vera si costruisce sulle piazze e tra i banchi degli operatori, ascoltando e possibilmente vivendo i loro problemi, sforzandosi di ricercare e possibilmente dare risposte concrete alle loro esigenze».
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