Guinness, trifogli e tricolori
Andrea Della Chiesa, nuovo blogtrotter di VareseNews, ci racconta la giornata di San Patrizio: l'Irlanda si ferma per un giorno, si veste a festa e fa baldoria per le strade
St. Patrick’s day, il giorno di San Patrizio, è un giorno davvero speciale in Irlanda. Oltre ad essere l’unica data di “bank holiday” a non cadere di lunedi’ e’ anche, ma forse soprattutto, il giorno in cui tutta la nazione si ferma e si riversa per le strade per celebrare il suo Santo patrono. E’ un’invasione pacifica ed assordante, in cui adulti e bambini si mascherano, vestono i colori della bandiera nazionale, il tricolore verde-bianco-arancio, oppure indossano il trifoglio simbolo dell’Irlanda e ogni angolo della citta’, ma direi della nazione intera, e’ ricoperto di verde. Nelle strade della capitale Dublino si concretizza una parata di carri sulla falsa riga dei carri del carnevale italiano, con musica, balli e mille colori, non solo di vestiti, ma anche di pelli diverse a testimonianza della moltitudine di nazionalita’ che costituiscono ormai la societa’ irlandese. E questa varieta’ di civilta’ e culture si ritrova riproposta nei carri a tema e nelle bande che accompagnano la sfilata.
Quella di quest’anno e’ forse un’edizione piu’ sentita, con maggior voglia di evasione e far festa almeno per un giorno, dopo tutti i problemi che la nazione sta affrontando in questo ultimo periodo: la fine “scioccante” della tigre celtica con tutte le implicazioni e tensioni sociali, gli scandali legati alla chiesa irlandese e un futuro ancora incerto.
Anche il tempo incerto e il cielo grigio che oggi sovrastano Dublino non hanno fermato una moltitudine di gente ad intasare il centro per partecipare alla sfilata.
Stando in mezzo a questa folla si possono fare gli incontri piu’ strani: dal dubliner puro e duro del “north side” che anche da sobrio faresti fatica a capire, al gruppo di giovani venuti dalle “midlands”, la campagna, per vivere per un giorno la vitalita’ della grande citta’; dall’italiano emigrato ormai perfettamente integrato nelle usanze irlandesi, fino all’inossidabile vecchietto che senza scomporsi tanto per il frastuono, si dirige con determinazione al “suo” pub locale per gustarsi una buona pinta di scura e ascoltare un po’ di buona musica tradizionale.
In tutto questo non puo’ ovviamente mancare un altro simbolo di questa verde isola e cioe’ la birra Guinness, stout scura come la pece, dal gusto aspro che ai primi assaggi non attrae certo il palato italico abituato ai vini sopraffini, ma ti conquista poco alla volta e il risultato e’ che la Guinness alla fine la si apprezza meglio in patria che nel resto del mondo.
Per la loro vitalita’ e voglia di divertirsi, il sorriso perennemente stampato sul viso, un’apertura e predisposizione congenita a socializzare, gli irlandesi ricordano piu’ i popoli meditteranei e latini piuttosto che i seriosi e compassati anglosassoni.
Per un giorno l’Irlanda si ferma, si veste a festa e fa baldoria per le strade, sventolando il tricolore, bevendo guinness e cercando di immaginarsi in un posto al sole!
Andrea Della Chiesa, nuovo BlogTrotter
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