Palazzo Gilardoni: lavori in corso, barriere architettoniche, soffitti che cedono
Un breve tour mette in luce i problemi dello storico edificio, sede comunale. "In Comune i dipendenti vorrebbero anche dare il meglio per i cittadini: ma queste strutture glielo consentono?"
Busto crolla, diceva qualche tempo fa un’associazione cittadina, descrivendo le alterne sorti del patrimonio edilizio bustocco. Non sapeva quanto fosse vicino al Comune il cuore del problema, che si ritrova anche dentro il municipio. Palazzo Gilardoni non è al meglio della forma, benchè siano in corso sostanziosi interventi sul piano superiore e già si sia rimediato problemi vistosi in passato, come le infiltrazioni a cadere sullo scalone d’ingresso, al pianterreno permangono problemi. È Rifondazione Comunista a rilanciare il tema, visto che i dipendenti per comprensibili motivi non ci tengono ad esporsi in prima persona, pur segnalando la situazione.
È il consigliere comunale Antonello Corrado a condurre la stampa in un breve "magagna tour" che spera possa indurre l’amministrazione alla massima solerzia sui problemi segnalati. A quello cronico del personale insufficiente – cui si comincia solo ora porre rimedio con una serie di concorsi – e degli spazi spesso inadatti e che da anni attendono di essere messi a norma, si aggiungono veri e propri crolli. Come quello avvenuto tre settimane or sono nell’ufficio protoc(r)ollo, dove dei calcinacci sono piombati al suolo, per fortuna nessuno si è fatto male. Ufficio naturalmente sgomberato per lavori urgenti.
Vista la situazione simile, anche la portineria sul lato di via Fratelli d’Italia, dal soffitto egualmente "precario", è stata "scortecciata" dell’intonaco per scongiurare ogni rischio. Lo spettacolo non è dei migliori, la sicurezza, all’occhio del profano, non appare il massimo, con l’armatura a vista. «Aspettiamo che cada qualcosa» è la battuta, incrociando le dita, ma il caschetto di sicurezza da operaio edile, al momento, non lo porta (ancora) nessuno.
Passando in ufficio tributi, il problema è entrare. Non per chi ha due gambe e si muove facilmente; ma per gli altri? Uno scalino per accedere, poi un altro a breve distanza, quindi una scaletta per entrare in ufficio. Portiamo pazienza: Palazzo Gilardoni, nato come ospedale cittadino, risale alla metà dell’Ottocento. E anche laddove, come all’ufficio elettorale, esiste uno scivolo, prima di accedervi c’è comunque un piccolo dislivello.
Anche allo stato civile non se la passano al meglio e hanno dovuto occupare due sportelli dell’anagrafe, così viene riferito. «Stiamo tutti stretti e vicini, poi diventa un caos anche per chi viene qui e deve fare la coda».
Infiltrazioni, sovraffollamento, uffici non sempre (quasi mai?) adeguati: forse è il prezzo da pagare per un un municipio inserito in un edificio storico. Intanto «da dieci anni le Rsu dei dipendenti segnalano all’Asl i mancati adeguamenti alla legge 626» rincara Corrado. «Questo genera sfiducia, e anche con tutta la buona volontà di questo mondo, che pure c’è, come possono i lavoratori rendere il servizio desiderato ai loro concittadini se manca loro una struttura adeguata?»
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