Pillastrini non fa festa: “Bene, ma per Ferrara dobbiamo fare meglio”
Dopo il successo con Treviso, il tecnico varesino spiega la scelta di Slay ("Galanda non sta bene"), la rinascita di Childress e guarda alla prossima partita. "Se la vinceremo, sarà la più importante dell'anno"
Nemmeno il tempo di sentir suonare la sirena e Stefano Pillastrini – mentre in parterre patron Renzo Cimberio stringe mani e si commuove per il risultato – è già in sala stampa, a commentare un successo fondamentale in chiave salvezza.
«Volevamo tutti vincere, dai giocatori all’ultimo tifoso in cima alle gradinate. Sono davvero molto soddisfatto da questo risultato ma questo non deve alimentare illusioni: siamo ancora sofferenti dal punto di vista fisico, dobbiamo recuperare Galanda e per questo ho scelto di mettere Slay. In campo, soprattutto rispetto alla partita di Bologna, la nostra difesa è migliorata e inoltre siamo cresciuti anche nel resto del gioco come si vede dalle statistiche. Pari a rimbalzo, palle perse limitate nel numero, molti falli subiti: insomma, tante belle cose che però non bastano per vincere a Ferrara. Proveremo a migliorare ancora in settimana: se faremo progressi potremmo provare a portare a casa i due punti, anche perché se vinciamo laggiù, quella diventerà per noi la partita dell’anno. Però non chiedetemi come la preparerò; fino a pochi istanti fa c’era Treviso da battere e abbiamo pensato solo a ciò».
Ovviamente la “mossa” del giorno è quella della presenza in campo di Ron Slay. «È stata una decisione presa all’ultimo momento ma che è maturata giorno dopo giorno durante la settimana, quando ho capito che Galanda non poteva essere in condizione e che al massimo ci avrebbe potuto dare quel che avete visto stasera. Ho rimpolpato il reparto lunghi e questo mi è servito anche per ridurre le rotazioni tra gli esterni e dare così più marcatamente le chiavi della squadra in mano a Childress. Adesso abbiamo quattro americani, con Reynolds, ma non aspettatevi turn over particolari: deciderò che squadra schierare in virtù delle condizioni fisiche di ognuno e metterò in campo sempre quella che mi sembrerà la miglior Cimberio possibile».
Impossibile non parlare di Morandais e soprattutto Childress, due giocatori che nelle ultime uscite sono stati determinanti in negativo. «Michel di recente ha fatto fatica in fase d’attacco: lui è uno che sa prendersi le responsabilità ed evidentemente questa volta ha fatto meglio. Ma non è un caso: in area, al di là di Slay, abbiamo trovato un gran contributo di Cotani e Tusek, ciò ha inevitabilmente concesso maggior spazio anche a Morandais. Per quanto concerne Childress, con lui non ho avuto bisogno di tante parole. Non ci siamo praticamente parlati, gli ho fatto capire che il suo ruolo doveva tornare importante e del resto lui sapeva bene di arrivare da due partite negative. L’unica cosa che abbiamo fatto è stato lavorare durante gli allenamenti: Randy ha preso fiducia, quando ha sbagliato qualcosa all’inizio sapeva che io lo avrei tenuto in campo, e tutti sapevano che per vincere oggi serviva una partita del genere da parte sua, oltre che di tutti i suoi compagni. Childress non vince e perde da solo, ma la squadra ha bisogno che lui senta la leadership e il feeling con la partita: le ultime due azioni giocate a due con Tusek ne sono la dimostrazione più lampante».
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