Rienzo Azzi garantisce libertà, competenza ed esperienza
Il candidato del Pdl al consiglio regionale si presenta: "Conosco le problematiche dei piccoli imprenditori, dei professionisti, dei disoccupati e dei sotto occupati"
Un professionista prestato alla politica. Si presenta così Rienzo Azzi, classe 1957, sposato e padre di un figlio di 24 anni, medico odontoiatra e piccolo imprenditore, nato a Roma ma residente da una vita a Saronno. La sua esperienza politica è nata a fine Anni Ottanta in consiglio comunale a Saronno prima col Psi, poi in Forza Italia e infine nel Pdl, del quale è stato (e tornerà ad essere dopo le elezioni) coordinatore provinciale. Dal 2002 è assessore provinciale prima alle Politiche Sociali, ora a Sicurezza e Protezione Civile.
Quali sono le istanze del territorio che porterebbe in Regione?
«I problemi sono tanti. Un consigliere regionale deve saper rappresentare le esigenze dei cittadini, deve fare da veicolo. Dico consigliere provinciale e non assessore, troppo assorbito nelle proprie cose per avere un rapporto diretto con la gente e le persone. Per esempio una mozione sui frontalieri me la farei scrivere dai sindaci del territorio, per poi presentarla in consiglio; stesso discorso per Malpensa: prima sentirei le istanze degli amministratori locali, poi andrei in Regione. Voglio rappresentare il territorio, non ho l’ambizione di fare carriera. Sono un uomo libero, rappresento il collegamento tra la politica ed il mondo reale».
Malpensa, Pedemontana ed Expo 2015 sono due obiettivi importanti per la regione. Cosa pensa di fare?
«Expo è una scommessa per ora, tutti insieme dobbiamo fare in modo che non diventi una scommessa mancata. Su Malpensa ho le idee chiare: la Provincia di Varese deve entrare nelle scelte, deve dare voce al territorio. Per Pedemontana serve un collegamento diretto tra chi decide e il territorio interessato: è un’opera importante, un’infrastruttura che serve a tutti».
Quali sono le richieste che le vengono presentate da militanti e amministratori locali?
«Sono tante, le più svariate. D’altra parte sono il candidato del partito, è logico e normale che ci siano tante persone che credono in me. Qualcuno mi ha chiesto interventi per le case Aler, altri sulla sanità e le liste d’attesa, altri sulla Protezione Civile. Devo fare da filtro, in contatto diretto con chi amministra».
Lei ha affermato di essere un professionista e un politico part-time. Cosa significa?
«Vuol dire che conosco le problematiche dei piccoli imprenditori, dei professionisti, dei disoccupati e dei sotto occupati. Vivo nella vita reale e conosco i problemi veri delle persone. Per l’economia la Regione fa già tanto, stimola le nuove infrastrutture e tenta di dare risposte. Tanto c’è da fare, dalla limitazione dei costi dell’energia allo snellimento della burocrazia».
La appoggia un’associazione elettorale, “Agorà”. Ne hanno una anche Ferrazzi e Cattaneo. Pensa che possano dare qualcosa in più o rischiano di spaccare il partito?
«Credo servano più nel post che nel pre elezioni. Servono come bacino di idee e stimoli per i candidati. Sono i personalismi che spaccano, non le associazioni fiancheggiatrici. Io credo che sappiamo bene cosa fare, il dato evidente è che mancano le opposizioni, non ci sono proposte alternative. All’interno del Pdl c’è stima e rispetto reciproco, vincerà chi saprà guadagnare più voti in campagna elettorale».
Il suo slogan elettorale, “Tutti pAzzi per Azzi” sta facendo il giro della provincia tra cartelloni e auto griffate. Da dove è nata l’idea?
«Dal mio cognome che si presta alla perfezione a queste cose. Serve a sdrammatizzare un po’ i personalismi. A parte questo io chiedo di votarmi perché sono un uomo libero, anche economicamente. Posso dire dei no senza vincoli e so agire con esperienza e competenza».
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