A due passi dal centro, il degrado
Permane preoccupante, in attesa di interventi che dovranno essere importanti, la situazione tra le vie Matteotti e San Michele
San Michele e il degrado, un binomio che nei decenni è andato consolidandosi. In modo irregolare, a macchia di leopardo, l’abbandono ha segnato varie aree del rione, segnatamente intorno alle vie Matteotti e San Michele. Un breve tour tra foto e interviste a passanti ed esercenti chiarisce che se la pazienza non è una dote di cui sian privi i bustocchi, la condizione del rione, fra l’altro centralissimo e storico (è l’antica contrada Pessina), non passa inosservata. In verità le contraddizioni non mancano e queste viuzze strette e spesso ancora selciate (via San Michele) offrono visuali contrastanti. Qua e là un edificio relativamente recente e ben tenuto, un negozio nuovo e curato, e magari a due passi una catapecchia cadente, le rovine di un edificio abbattuto, scorci di vicoli da censura. Tutto nelle vicinanze di un centro città "salotto" e curatissimo, che non pochi ci invidiano.
Partiamo dal posteggio sterrato di via San Michele, una gimcana tra palta e buche dopo una notte di pioggia e temporali. Pozzanghere che avrebbero la dignità di mari interni, per dimensioni e profondità, costellano l’infame spianata, degna del campo di scapoli contro ammogliati di Fantozzi o dell’Acquamorta di Bertoldo. Nonostante condizioni davvero barbare, e che contrastano in modo stridente con i lindi posteggi a pagamento, spesso semivuoti, "griffati" Agesp, c’è sempre il pienone. «È una vita che è in questo stato» sospira un bustocco che ci ha appena parcheggiato (ancorato?) l’auto, «del resto il problema dei parcheggi c’è. Non sono del quartiere ma lascio spesso l’auto qui. Abbiamo strade tutte buche, carenza di posteggi. Un Comune ricco come il nostro dovrebbe poter creare una città giardino: ho l’impressione che i soldi ci siano, ma si spendano male».
A poche decine di metri, l’ex "conventino" o casa Canavesi-Bossi fa assai pietosa mostra di sè in via Matteotti, o cuntràa Pessina, come ci ricorda la targa apposta a suo tempo dall’amministrazione leghista – l’unica traccia di novità nel raggio di parecchie decine di metri. Ancora ieri, e non è certo la prima volta, sono stati "pizzicati" due abusivi che ci dimoravano. Sul retro, fra muri sbrecciati, tracce di abitazione recente, rifiuti, c’è perfino, Dio sa come e perchè, una bambola. Ora Agesp Servizi sembra intenzionata ad agire almeno per gli interventi più urgenti di messa in sicurezza. «Ne prendiamo atto» commenta l’avvocato Walter Picco Bellazzi per il comitato che si è mosso a tutela dell’antico immobile. «Il nostro grido di dolore non resta inascoltato: si provveda almeno a chiudere le finestre e sistemare il tetto. Altrimenti, vista la ‘frequentazione’, in caso di crolli qualcuno potrebbe essere chiamato a risponderne». Busto crolla, avvertiva qualcuno a suon di foto già tempo fa.
Facendo tutti gli scongiuri del caso, continuiamo il tour. Un residente del quartiere, Guglielmo il suo nome, scuote la testa guardandosi attorno. «Se penso a Gallarate o Legnano come si sono sistemate e poi vedo questo a Busto, nel mio quartiere, a due passi dal centro, mi brucia. Sulle amministrazioni degli ultimi anni sospendo il giudizio: del resto, da tempo non voto nemmeno più. L’ultima volta l’ho fatto per il referendum su piazza Vittorio Emanuele II». Quasi da solo.
Un elemento che ai bustocchi sembra premere ben più del degrado estetico è quello degli stranieri. Curiosità: una kebabberia-macelleria islamica si trova quasi "assediata" fra la grapperia-enoteca-trattoria che ha di fronte e la Würstelhaus all’angolo. Considerando che l’Islam mette (almeno in teoria) al bando alcool e carne di maiale, c’è di che sorridere.
Il gestore della Würstelhaus, Massimo, è l’ultimo arrivato nel lotto degli esercenti locali. Tra griglia e profumi da acquolina, fa spallucce, rassegnato di fronte allo stato della via: «A parte visivamente, problemi non ne ho. È brutto da vedere, vero; ma non è che sia gente che fa casino, o simili». Ma la sua sarà l’unica opinione "neutra". Anna, Maria e Domenico, tre persone di mezza età, concordano che «la situazione è uno schifo: sindaco e giunta si diano una mossa. Da quanti anni via Matteotti è ridotta così? Dopo le sei di sera non c’è più nessuno, c’è da aver paura, ci sono gli stranieri». E giù mezze verità, luoghi comuni, sospetti.
Più articolato il discorso di Federica Tosello, dell’omonimo negozio Sky, proprio di fronte al "conventino". «Quando ero piccola» fa la ragazza «qui davanti si spacciava apertamente, nell’androne. Fino a due anni fa c’era un viavai di stranieri davvero sfacciato, ora un po’ meno. Le forze dell’ordine passavano, controllavano, ogni tanto si portavano via qualcuno». La percezione di sicurezza non è il massimo, benchè finora non si siano verificati episodi particolari. «A volte si esce dal retro del negozio, la sera, si è sempre un po’ sul chi va là in certi orari. Io passo di qui molto spesso la sera tardi, non manca quasi mai un ubriaco o qualcuno che urina sui muri, persone sempre diverse». I "fastidi" non si limitano però alla sola via Matteotti. «È diventato un problema anche parcheggiare in piazza Vittorio Emanuele II, con quei ragazzini aggressivi e insistenti che pretendono soldi, ci ho già litigato, ho chiesto se le forze dell’ordine potevano farci qualcosa ma invano». Quel che è certo è che presto anche loro dovranno sloggiare, con i lavori per pedonalizzare la piazza e scavarci sotto l’autosilo.
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