Bossi e Bignasca: “Non foraggiamo i parassiti”
Duro attacco delle due leghe che chiedono la testa del segretario generale. Secca replica del Consiglio di Stato ticinese preoccupato per il deteriorarsi dei rapporti di cooperazione
Tensioni e rapporti ai ferri corti tra i vertici del Canton Ticino e delle nostre province.
Nel comunicato ufficiale del Consiglio di stato si legge tutta l’irritazione per un clima teso come mai era successo negli ultimi anni.
Il linguaggio è sempre quello istituzionale, ma non si nascondono i problemi. "Le vicende legate alla decisione sullo “scudo fiscale italiano” ed il deteriorarsi dei rapporti interni tra il Presidente della Comunità di lavoro ed il Segretario generale, – è un passaggio del documento, – hanno contribuito a condizionare non poco il funzionamento e l’attività di cooperazione transfrontaliera, di cui la “Regio Insubrica” dovrebbe costituire modello e veicolo di relazioni collaborative dinamiche e costruttive".
Nei giorni scorsi Umberto Bossi e altri esponenti del Carroccio italiano erano stati a festeggiare i sessantacinque anni di Giuliano Bignasca, leader della Lega dei ticinesi. La vittoria del Carroccio è motivo di riflessione per tanti osservatori svizzeri, ma anche di esultanza per i cugini oltre frontiera.
Da tempo sul tavolo, tra le varie questioni, è arrivata anche una chiara volontà del Presidente di turno della Regio Insubrica, Dario Galli, di cambiare il segretario generale Roberto Forte. Una richiesta che finora ha ricevuto un secco picche da parte del governo ticinese che considera la comunità di lavoro transfrontaliera un modello di cooperazione che prescinda dalla politica dei partiti.
Di diverso avviso le due leghe che stanno alzando il tiro e sono arrivate a un documento congiunto molto esplicito in cui accusano Forte di aver organizzato un convegno di "parrucconi". Questo è però solo un pretesto per sferrare un duro attacco. "Il ruolo di Roberto E. Forte (!) – dice il comunicato, – è ormai incompatibile con la palesata mancanza di fiducia e legittimazione, così come il comportamento di Gabriele Gendotti (ex presidente del Consiglio di stato, ndr) in sua difesa. Situazione nata da un malcelata indisponenza di quest’ultimi all’imporsi della Lega Nord nelle province lombarde e che tutti i rappresentanti in seno al collegio presidenziale della Regio Insubrica siano leghisti, Ticino compreso con Marco Borradori".
Insomma Roberto Forte sarebbe di ostacolo alle politiche dei due partiti leghisti. Peccato però che la Regio Insubrica sia una comunità di cooperazione e non la palestra della politica.
"La Lega dei Ticinesi e la Lega Nord lombarda, – si chiude così il comunicato, – sono convinte che l’esperienza dell’Insubria abbia lo scopo di far crescere i nostri territori e non di foraggiare parassiti del sistema politico-istituzionale, senza legittimità".
Il massimo organo di Governo del Ticino non ha proprio gradito questo modo di affrontare le cose e chiude così il proprio comunicato. "Per quanto concerne la posizione del Segretario generale R. Forte, il Consiglio di Stato non condivide toni e contenuti delle critiche espresse pubblicamente sul suo conto. Le difficoltà dei rapporti personali emersi con l’attuale presidenza andranno discusse e valutate dall’Ufficio presidenziale della Regio, ritenuto il diritto dell’interessato di potersi esprimere".
La questione, come si può vedere anche nel servizio della televisione Svizzera, non è solo "personale" tra il presidente Dario Galli e il segretario Roberto Forte. La forte irritazione del governo ticinese per una ingerenza dei partiti non aiuta a ritrovare un clima di positiva cooperazione tra i due territori e di questo potrebbero farne la spese le migliaia di cittadini che hanno bisogno di un clima diverso. Oltre al fatto che si perde un’altra bella occasione per far crescere una vera comunità transfrontaliera.
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