Cinema pieno per scoprire i misteri di Titano

Il resoconto della serata che ha avuto come ospite Marcello Fulchignoni, italo-francese tra i protagonisti della missione spaziale

Ancora una serata memorabile per il GAT. Una di quelle serate destinate a rimanere indelebilmente impresse nella mente del foltissimo pubblico che lo scorso 12 Aprile ha preso d’assalto il CineTeatro P. GRASSI. L’ospite degli astronomi tradatesi, il Prof. Marcello Fulchignoni, era uno scienziato di fama mondiale venuto direttamente dalla Francia, dove da quasi 20 anni insegna astrofisica all’ Università di Parigi/Meudon. Le operazioni per portare un simile personaggio a Tradate sono state lunghe e complesse ma lo scopo del GAT era ben preciso: far sì che uno dei massimi esperti a livello mondiale potesse visitare e giudicare  la 9° Edizione della grande mostra sui pianeti esposta alla Villa Comunale di via Mameli 13. Il commento dell’ illustre ospite italo-francese è stato lapidario: “Non ho parole, non ho mai visto una mostra più bella e completa, la sezione Terra come punto di riferimento per l’esplorazione di tutti gli altri pianeti mi sembra un’idea straordinaria”. 
 
Dopo essersi laureato in Fisica e matematica all’ Università di Roma ed essere stato il primo italiano a studiare le rocce lunari, sposò la allora giovanissima  Antonietta Barucci, poi diventata una celebrità internazionale nello studio degli asteroidi. Assieme, nel 1993, sono emigrati in Francia dove hanno avuto due ragazzi ormai vicini alla laurea. Nel contempo hanno visto realizzarsi  un sogno ‘impossibile’: portare una sonda spaziale automatica nelle nuvole di Titano, il misterioso satellite di Saturno simile alla Terra primordiale. Ovviamente  la grande avventura della conquista di Titano è stato l’argomento della conferenza serale al CineTeatro P.Grassi. L’illustre scienziato, è riuscito ha coinvolgere magnificamente il pubblico tradatese, descrivendo in ogni dettaglio la giornata più drammatica della sua vita: «Era il 14 Gennaio 2005, avevamo sganciato Huygens ( la capsula che doveva violare Titano) dalla nave madre (la sonda Cassini) in orbita da cinque mesi attorno a Saturno. Poiché i segnali di buona riuscita arrivarono  a Terra  dopo una decina di ore, la nostra attesa fu  terribile: se Huygens falliva, avevamo buttato al vento 25 anni di duro lavoro, i migliori della nostra vita. Finalmente, dal radiotelescopio di Green Bank, in Virginia, arrivò da Titano un segnale debolissimo ma fondamentale: Huygens era sopravvissuto e si era posato senza danni sulla più misteriosa delle superfici planetarie». 
Ma pochi sanno, che un dramma forse maggiore  venne sfiorato anche due anni prima, quando uno studente tedesco, nel testare i collegamenti radio, si accorse che, per un clamoroso errore costruttivo, tra la sonda Cassini e la capsula Huygens sarebbe stato  impossibile qualunque collegamento.
 
La ‘missione del secolo’ rischiava di terminare ancora prima di iniziare: “Abbiamo vissuto momenti da incubo –ha raccontato Fulchignoni- e ci sono volute una ventina di riunioni  tra scienziati di ogni continente, per trovare una  soluzione tecnica al problema». Da quel momento tutto è andato bene per la capsula Huygens. Addirittura, una volta scesa su Titano, essa ha continuato a funzionare per 3 ore!” Questa sopravvivenza incredibile ha regalato agli scienziati  una cosa inizialmente ritenuta impossibile: «La camera di bordo – ha raccontato Fulchignoni quasi emozionato come allora- è riuscita ad inviarci  le prime incredibili immagini del suolo ghiacciato, bagnato di metano ed idrocarburi. Nessuno immaginava che questo fosse possibile e, invece, è successo, sembrava un sogno». 
Ma non meno fantascientifica è stata la discesa attraverso le nuvole del misterioso satellite. «Ci siamo accorti che, man mano che scendevamo,  l’atmosfera diventava trasparente facendoci vedere nitidamente la superficie. I nostri occhi, però, stentavano a credere a quello che vedevano: c’era infatti una crosta di ghiaccio intaccata di una moltitudine di fiumi scuri, nei quali non scorreva acqua, bensì metano liquido. E questi fiumi si gettavano in bacini più ampi, che nei mesi successivi si sono rivelati mari e laghi di idrocarburi liquidi». Come ogni vero grande personaggio, Marcello Fulchignoni ha accettato di dialogare con il grande pubblico del Grassi dispensando decine e decine di autografi. Nel contempo però ci ha tenuto a ricordare che tra pochi mesi, precisamente nel tardo pomeriggio del 10 Luglio, lo attende una nuova emozionate avventura:  l’incontro spaziale tra la sonda Rosetta e il misterioso asteroide Lutezia, da lui stesso scelto qualche anno fa. Unica nota stonata della serata: la completa assenza di qualunque rappresentante dell’Amministrazione Comunale.     

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Pubblicato il 15 Aprile 2010
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