“È la passione la nostra forza”
Cinque sindaci, un assessore provinciale, una consigliera regionale e una ai vertici della Rai. Le donne della Lega sono sempre più impegnate
"Con le veline noi non c’entriamo proprio niente. Siamo donne normali con una forte passione per la politica cresciuta nelle sezioni della Lega e poi dopo tanta militanza ora abbiamo un ruolo di guida dei territori. Quello che sta succedendo è sotto gli occhi di tutti. Da alcuni anni c’è una classe di amministratrici nuove e che stanno facendo scuola nella Lega". Giovanna Bianchi, consigliera di amministrazione della Rai, è nel Carroccio dalle prime ore. Ha iniziato la sua attività politica nel 1993 facendo la vice presidente e assessore alla cultura in provincia. "Allora eravamo tutti a digiuno. Ci ispiravamo a un’amministrazione attenta ai cittadini e con lo spirito dei buon padre e madre di famiglia".La Bianchi è stata poi parlamentare dal 1996 al 2005 quando poi è entrata nel consiglio di amministrazione della Rai.
L’unica donna della provincia che siederà in consiglio regionale, Luciana Ruffinelli ha conosciuto Bossi nel 1979, quando lui faceva semplicemente un foglio che si chiamava Vento del Nord e raccoglieva attorno a sé persone che potessero collaborare con lui.
Il ’79 però è stato anche l’anno in cui è nata la sua prima figlia, seguita poi dalla seconda. Così nei primi tempi ha seguito l’evoluzione di tutto questo un po’ da lontano. Poi, la Lega è diventato un partito “vero” e alle prime elezioni comunali dopo Tangentopoli ha vinto: «Io non sono nemmeno stata messa in lista, ma indicata a priori come assessore alla cultura e alla pubblica istruzione. Abbiamo vinto, e così ho vissuto nove anni di grande fervore: Busto ha cambiato faccia. sono nati due musei le occasioni culturali, ci sono state 500 manifestazioni in un anno. Sono stati anni, in generale, che ricordo con piacere e in cui ho impiegato la mia vita privata e coinvolto la famiglia». Esperta di storia dell’arte, insegnante e organizzatrice di eventi culturali, Luciana Ruffinelli è ora al suo secondo mandato in consiglio regionale: «da consigliera la responsabilità è molto diversa: da amministratore diventi legislatore e controllore dell’amministrazione».
Galeotto è stato il Po. Per Francesca Brianza tutto è iniziato lì, nel 1996 con la famosa adunata della Lega. Trentaquattro anni, avvocato, ha iniziato la sua attività politica attiva nel 2004 come candidata sindaco a Venegono Superiore. Sconfitta si è poi rifatta cinque anni dopo e dal 2009 è sindaco le suo paese. "L’esperienza dell’opposizione è stata importante e costruttiva perché mi ha permesso di conoscere la macchina comunale. Negli ultimi anni ho visto scendere in campo e mettersi a disposizione delle proprie comunità tante donne della Lega mosse da una vera passione. C’è una spinta al cambiamento con l’attenzione ai problemi dei paesi". Francesca Brianza è stata eletta consigliera provinciale nel 2007 e dall’anno dopo è anche assessore.
Era già una madre di famiglia quando ha cominciato la sua attività politica, e come madre di famiglia l’ha sempre espressa: Graziella Giacon si è buttata nell’attivismo politico «Quando i figli erano già cresciuti, poi c’è stata la famiglia e il lavoro… La passione c’è sempre stata, ma l’ho messa in pratica quando ho avuto un po’ più di tempo»
La Giacon è sindaco di Laveno da una settimana, ma non è la sua prima esperienza di amministrazione del territorio: è stata infatti prima assessore provinciale e poi presidente dell’agenzia formativa «Una cosa poco conosciuta ma molto importante, soprattutto per me. Significa avere un contatto continuo con gli adolescenti – spiega – Quando facevo l’assessore infatti ciò che mi piaceva di più era il contatto con gli studenti, cercavo questo contatto diretto con ragazzi e dirigenti scolastici».
La sua è una politica di relazioni: «È una prerogativa femminile di chi ha famiglia e ha figli cercare comunque il contatto con la realtà quotidiana: e della attività politica è quello che mi fa più piacere e gratifica. Quando si ha un approccio di dialogo, non di scontro, alla fine diventa la parte più importante, Ed è un modo di porsi che le persone non si aspettano: tutti pensano che in questo mondo ci siano persone supponenti o arroganti, questo pensano che sia il rapporto tra cittadini e politici. Il confronto con le persone li spiazza».
Nel libro “Leghiste. Pioniere di una nuova politica” si parla del sindaco di Seriate, Silvana Saita, che ha rallegrato la sua cittadina alle porte di Bergamo con match letterari, vestita da boxeur. Ecco Cristina Bertuletti, sposata Scotton, ha fatto di più (o di meglio, a seconda dei gusti): s’è presentata in Consiglio Comunale nel suo Comune a Gazzada Schianno il giorno di Carnevale vestita da damina. E non solo: ha chiesto alla giunta e a tutti i consiglieri di fare lo stesso. Se c’è qualcuno che rappresenta perfettamente la “donna leghista” questa è Cristina Bertuletti: classe 1966, 4 figli, due liceali, un adolescente e una bimba da elementari, ha abolito qualunque confine tra pubblico e privato. Il culto per il Capo, l’Umberto, e la vita politica l’hanno portata molto in alto, tanto da diventare consigliere provinciale prima e poi sindaco di Gazzada Schianno. Non perde occasione per mescolarsi alla “sua” gente e il luogo privilegiato è più il sagrato della chiesa che la sala del Comune di Villa de Strens. Jeans, magliette scarpe basse e solo un filo di trucco comanda a bacchetta e, voci che ufficialmente non parlerebbero mai, dicono che legga tutti i documenti depositati in Comune e voglia avere tutto sotto controllo.
Inutile aggiungere che il marito la segue come un’ombra, un’ombra che le consente ogni tanto di “bigiare” impegni familiari per andare in giunta. Quanto al resto la signora Bertuletti incarna i desideri dei cittadini, compreso il fatto di voler rivalutare Schianno, dai tempi di San Carlo “gregario” di Gazzada. Padana dentro e fuori, tutta casa e gazebo, gira per il paese con una vecchia Panda, indovinate di che colore? Ma verde, ovvio.
«Chi me l’fatto fare? Boh. Io sono il classico caso di quella “messa in mezzo”» confessa Cristina Galimberti, Sindaco di Buguggiate «Nella Lega ci sono entrata perchè c’erano mio fratello e Alessandro Vedani, che erano i miei due miti, ma anche i primi germogli della Lega della zona. Io li seguivo alle manifestazioni a Roma, per esempio».
Quello che l’ha portata alla vita attiva da consigliere comunale, segretario e di sezione e ora sindaco, è stato un cambio di indirizzo: «Mio fratello è andato ad abitare ad Azzate e per formare la lista delle elezioni comunali mio fratello ha inserito me, un po’ per scherzo e un po’ per fare numero: a io ero già al secondo bimbo, non pensavo che l’impegno sarebbe andato oltre all’essere una riempilista».
Le cose, però, sono andate diversamente: «Ho cominciato con affiancare Vedani, primo sindaco che portava avanti delle idee nuovissime per la zona, che sembravano da matti. Ho fatto 5 anni con lui seguendo il sociale e poi la scuola. Ho seguito anche l’informatore comunale. E nel frattempo avevo cominciato a impegnarmi maggiormente: sono passata da simpatizzante a militante, mi sono fatta anch’io le mie campagne e manifestazioni. Vado da 5 anni a Venezia e Pontida. Mi sono trovata spesso con la mia collega Bertuletti alle feste della Lega con tanto di grembiule a servire ai tavoli. Qualcuno, dopo la mia elezione a sindaco si è stupito di trovarmi a servire: ma comunque vada a finire le origini non le abbandoni. Si difende l’idea politica anche con il proprio modo di essere».
Una costante delle donne della lega, che sembra rispettata in tutte le storie raccontate: «Forse siamo cresciuti tutti politicamente così. E chi non è “dei nostri” so che ci invidia un po’ questo sapere fare chilometri, senza grossi problemi. Noi ci crediamo e non abbiamo problema a stare ai gazebo».
Classe 1969, varesina di nascita, avvocato, da poco mamma, Barbara Bison è sindaco di Gornate Olona. Non è sposata, ma convive da 17 anni con il suo compagno e sottolinea che «"visti i tempi", un rapporto sentimentale così duraturo e saldo è già un bel successo, indipendentemente da una fede al dito o meno». Ha vinto combattendo contro ben quattro liste, cosa che in un paese di poco più di duemila abitanti è stato quasi un record, dopo il precedente record opposto in cui il sindaco precedente fu l’unico candidato e per 5 anni in consiglio ci fu una coalizione sola.
Bella ragazza bionda e volitiva, avrebbe potuto essere una velina ma ha scelto la sostanza. I punti promessi per i suoi cinque anni di amministrazione sono «Tutela, con la T maiuscola, del territorio; Manutenzione costante e pulizia accurata delle strade; Confronto e dialogo con tutti i cittadini, di ogni fascia ed età. Sono convinta che per amministrare in maniera costruttiva un paese, e cambiare davvero, si debba dare ascolto a tutti coloro che vi abitano, per comprendere profondamente quali siano le reali necessità e dare delle priorità agli interventi da effettuare».
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