Esperti all’Insubria per un incontro sul vaccino anti Hiv

La nostra è una delle province a più alta incidenza di sieropositivi in Italia. Se ne discuterà martedì 20 aprile, a partire dalle ore 10.30 al Dipartimento di Scienze biomediche di via Dunant

A che punto è il vaccino anti HIV? A confrontarsi su questa e altre tematiche saranno alcuni dei maggiori esperti italiani nel campo dell’Aids, nel corso della giornata di studio promossa dalla Scuola di Dottorato in Scienze Biologiche e Mediche dell’Università degli Studi dell’Insubria, in programma martedì 20 aprile 2010, a partire dalle ore 10.30, nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Biomediche Sperimentali e Cliniche, in via Dunant 5, a Varese.

«Inconsciamente si è registrato nella popolazione un abbassamento del livello di guardia conseguente alla bassa percezione del rischio di contrarre l’infezione, soprattutto per via sessuale – spiega il professor Roberto Accolla, ordinario di Patologia generale all’Università dell’Insubria e organizzatore dell’incontro – ci si è dimenticati che l’Aids è estremamente pericolosa: questo è un danno enorme perché l’infezione non è affatto bloccata, anzi le dimensioni dell’epidemia aumentano. Varese, stando agli ultimi dati disponibili risalenti al 2004, è una delle province a più alta incidenza di sieropositivi in Italia – la terza dopo Piacenza e Ravenna – il dato è legato alla numerosa presenza di tossicodipendenti e alla scarsa attenzione alla prevenzione nei rapporti sessuali».
Alla giornata parteciperanno come speakers quattro studiosi italiani di fama mondiale tra cui il professor Giuseppe Pantaleo del Centre Hospitalier Universitarie Vaudois (CHUV) di Losanna, Svizzera, scopritore dei meccanismi di replicazione virale durante la latenza della malattia e "Bill and Melinda Gates Foundation" Investigator che, insieme al professor Luigi Buonaguro dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli, ci descriverà i recenti progressi verso il vaccino anti-HIV.

Gli altri due speakers sono il professor Guido Poli dell’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano, scienziato di fama mondiale esperto dei meccanismi di immunopatogenesi dell’infezione da HIV e il professor Adriano Lazzarin dell’Ospedale San Raffaele di Milano, esperto internazionale sulla terapia dell’AIDS.
«Nel corso dell’incontro si parlerà anche delle nuove frontiere aperte dal cosiddetto “vaccino tailandese”, il primo studio clinico comparato al mondo ad aver dato un risultato positivo: il test, effettuato su 16.500 persone ha rilevato nei gruppi trattati col vaccino un aumento della protezione. Questo studio dà una speranza alla comunità scientifica di trovare al più presto un vaccino efficace» – conclude il professor Accolla.

L’Italia si colloca tra i Paesi dell’Europa occidentale con un’incidenza di HIV medio-alta. Secondo le stime effettuate nel 2008 in Italia sono presenti 170.000-180.000 persone HIV positive viventi, di cui circa 22.000 con AIDS. Un sieropositivo su quattro non sa di essere infetto. Rispetto a venti anni fa, oggi si infetta un minor numero di persone (circa 4.000 all’anno), ma è molto più elevato il numero dei sieropositivi viventi per effetto delle nuove terapie. L’incremento delle persone che scoprono di essere sieropositive solo al momento della diagnosi di AIDS, ovvero in uno stadio di malattia molto avanzato, è aumentato, passando dal 21% nel 1996 al 60% nel 2008. Questo dato suggerisce che una parte rilevante di persone infette, soprattutto fra coloro che hanno acquisito l’infezione per via sessuale, ignora per molti anni la propria sieropositività: ciò gli impedisce di entrare precocemente in trattamento e di adottare quelle precauzioni che potrebbero diminuire il rischio di diffusione dell’infezione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Aprile 2010
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