Il lento ritorno alla normalità
Ripartono i voli intercontinentali, ma il blocco in Europa Centrale fino a metà mattina ha avuto pesanti effetti: ancora numerose le cancellazioni e c'è ancora chi bivacca in aeroporto
C’è chi è pronto a partire, dopo aver raggiunto l’aeroporto stamattina. E c’è chi vive ancora da giorni in aeroporto e non sa ancora quando e con che compagnia partirà. Riapre lo spazio aereo di molti Paesi d’Europa e anche a Malpensa la situazione inizia lentamente a sbloccarsi dopo cinque giorni di caos nei cieli dovuto alla nube di cenere eruttata dal vulcano islandese Eyjafjallajokull: si vola verso la penisola iberica, l’Europa orientale, il medio ed estremo oriente, gli Stati Uniti. Numerose le cancellazioni invece sulle destinazioni del centro Europa, a cominciare dalla Germania. E rimane il problema delle mancate corrispondenze, vale a dire dell’assenza di aerei e personale di volo a causa delle cancellazioni di ieri. «Dovevamo partire per Newark, ma manca l’aereo» spiega una coppia di italiani diretta a New York. «Ora cerchiamo di cambiare compagnia e di partire il prima possibile. Anche loro sono arrivati in mattinata, come molti viaggiatori che tirano un sospiro di sollievo di fronte ai monitor che segnalano i voli in fase di imbarco.
Il blocco nell’Europa centrale (la Germania ha riaperto lo spazio aereo alle 10.15 di stamattina) ha creato disagi anche ai viaggiatori di Lufthansa: sono stati venti i voli cancellati in mattinata. Sono stati cancellati fino a stasera i voli Lufthansa per Dusseldorf, Londra, Monaco, Parigi, Francoforte, Bruxelles, Amburgo. Si vola invece per Stoccarda, Varsavia, Lisbona. «È da sabato che sono bloccata qui in Italia» spiega una donna israeliana diretta in Romania dopo un breve soggiorno in Italia. «Per fortuna ho trovato chi mi ospitava qui vicino, a Saronno. Ora si vola, ma mancano ancora gli aerei per effettuare alcuni voli Non ci hanno neanche fatto cambiare compagnia, nonostante le indicazioni emesse dall’Enac.». Chi invece ha il volto rilassato di chi è passato indenne attraverso la tempesta di cenere sono i viaggiatori in arrivo: «A Kathmandu – spiega un gruppo carico di borsoni e attrezzature da montagna – ci hanno detto che ci avremmo messo tantissimo. Invece il volo (con scalo a Doha, in Qatar) è stato assolutamente regolare». Se loro sono tranquilli, stremati sono invece i grandi gruppi di giapponesi e cinesi che hanno visto i programmi dei loro tour europei: dormono ancora sulle sedie, con lo sguardo perso.
Ad avere il polso della situazione più di tutti sono forse gli addetti dei bar e dei ristoranti, presi d’assalto negli ultimi giorni da migliaia di viaggiatori acccampati. Nei giorni scorsi hanno lavorato a ritmi incredibili, gestendo in prima linea la tensione delle persone bloccate in aeroporto. Ora tirano un sospiro di sollievo «Il peggio è passato, finalmente»
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