La rivolta in Thailandia vista con gli occhi di una varesina
Rachele Meazza studia a Bangkok dallo scorso luglio. Nell'ultimo mese ha avuto la possibilità di conoscere il popolo delle "camicie rosse". E lo racconta a VareseNews
La storia con la "S" vista con gli occhi di una diciassettenne. Rachele Meazza è una ragazza varesina
che compirà tra un mese e mezzo diciotto anni: è a Bangkok dallo scorso luglio per studiare all’interno del progetto “Intercultura/Afs”. In Italia studia al liceo Classico “Ernesto Cairoli” di Varese e in Thailandia ha appena concluso gli esami per il quarto anno delle scuole superiori: «Abito con tre “sorelle”, "mamma" e "papà" thailandesi – ci spiega Rachele con una telefonata tramite Skype -. Siamo nella periferia di Bangkok, a circa venti chilometri dal centro della città. Ora che sono in vacanza posso girare un po’, dopo aver imparato la cultura, la lingua e le tradizioni di questo popolo. Solitamente questa esperienza si fa negli Stati Uniti, io ho scelto di venire qui».
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Dopo mesi di tranquillità, da venti giorni si è riaccesa la protesta del popolo delle “camicie rosse”: migliaia di persone che chiedono a gran voce il rientro in patria dell’ex premier in esilio Thaksin Shinawatra, le dimissioni dell’attuale primo ministro Abhisit Vejjajiva e nuove elezioni: «Dopo un anno sono tornati in strada – spiega Rachele -. Sono sia contadini e operai del Nord e Nord Est del Paese, sia persone dei ceti medio alti. Alcuni si espongono di più, altri meno: fatto sta che in alcune zone della città ci sono migliaia di uomini, donne e bambini che dormono, mangiano, manifestano e protestano con una tenacia ammirevole». Rachele non ha paura e gira per la città da sola: «Questa mattina (giovedì 8 aprile) sono stata nella zona dei centri commerciali – racconta -. Ho parlato con al gente, cercando di esprimermi in thai e soprattutto provando a capire le loro istanze. Mi sono sembrati molto decisi. Ho chiesto di fare foto e mi hanno dato il permesso senza particolari problemi».
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