Le donne in piazza per difendere la 194

Sono già decine le firmatarie dell'appello in difesa della legge che introdusse l'aborto. Si sta organizzando una manifestazione nazionale il prossimo 25 aprile a Torino

Si stanno organizzando per presentarsi il prossimo 25 aprile in piazza a Torino per manifestare in favore della legge 194, in difesa del diritto della donna a scegliere. Nel capoluogo piemontese si troveranno per dire basta al tentativo di abolire la scelta di abortire.
Anche a Varese l’appello in difesa della legge è stata firmata da decine di donne, paladine della propria autodeterminazione: « Il dibattito scatenato dall’introduzione della pillola RU486 è un tentativo di ritornare su temi e scontri superati ben 30’anni fa – spiega Maria Pellegatta – Oggi non si vuole la pillola abortiva così come ieri non si voleva l’intervento chirurgico. Ma quella è stata una vittoria delle donne. Solo loro hanno il diritto di decidere se dare la vita. E si smetta di dire che la pillola renderà più facile l’interruzione della gravidanza. La scelta è sempre sofferta, spesso disperata. Ingenera paura e smarrimento e non si aiuta la donna,  costretta a migrare, ad affidarsi a chi capita, a cercare da sola una risposta al suo smarrimento. La pillola non va contro la legge, anzi. Ne migliora solo le conseguenze dal punto di vista fisico e psicologico ma rispetta le condizioni e i termini previsti, richiede l’assistenza di un medico che ne valuti ogni aspetto. Trent’anni fa siamo riuscite a far capire l’importanza della donna e della sua determinazione. Un ritorno al passato ci riporterebbe indietro e sarebbe un disastro».
 
Le firmatarie dell’appello stanno promuovendo la manifestazione nazionale a difesa della legge 194 e perché la RU 486 sia disponibile , secondo le prescrizioni, in tutte le strutture sanitarie, a cominciare da quelle della provincia di Varese dove, risulta, ancora non è stato chiesto il rifornimento.
La manifestazione nazionale si chiamerà  “Piazziamoci a Torino”, dove la scelta di Torino è dovuta sia perché è lì che è iniziata la sperimentazione della pillola RU 486, sia per le posizioni del neogovernatore Cota: «Ci sono fatti, vicissitudini, eventi della vita umana – spiegano gli organizzatori della manifestazione – che devono essere lasciati alla libertà di coscienza del singolo. Allo Stato spetta il compito di stabilire modalità che siano il meno cruente possibili. Non si può imporre ad un malato terminale un’agonia infinita, un accanimento terapeutico che perpetui lo strazio nel tempo. Non si può nemmeno imporre ad una donna un figlio non voluto. Il corpo della donna ha la grandezza di contenere, donare, nutrire la vita, ma questa meravigliosa unicità non deve diventare, ancora una volta, il terribile fardello che ha sempre gravato sulle spalle delle donne. Solo la donna sa quando è il SUO momento di avere un figlio, quando è pronta per dargli tutta l’attenzione di cui ha bisogno, perché cresca felice».
 
Tra le firmatarie dell’appello Gabriella Sberviglieri, Maria Pellegatta, Ierina dabalà, Isabella Risetti, Silvana Magni, Manuela gallone, Stefania Costantini, patrizia Foglia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Aprile 2010
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