Le leghiste non fanno le veline

"Tre mesi passati a (in)seguirle con invadente, ossessiva curiosità, per capire chi fossero le donne della Padania". Il racconto di Cristina Giudici appena uscito nelle librerie

donne leghisteSono le antiveline, vengono scelte per le loro capacità e non per il loro profumo, amministrano il comune come la loro famiglia: sono così le donne del Carroccio come le racconta Cristina Giudici in “Leghiste. Pioniere di una nuova politica” che viene distribuito a partire dal 7 aprile, per la Marsilio.
Un libro scritto da una giornalista che ha deciso di girare il nord per conoscere le amministratrici della Lega Nord e si è sempre più appassionata a quel particolare tipo di universo femminile che non si è affermato attraverso proclami o quote rosa, ma semplicemente con la concretezza e con la “politica del fare”: quello vero, quello che mette in pratica le cose con gesti di tutti i giorni e non a parole. «Tre mesi passati a (in)seguirle con invadente, ossessiva curiosità, per capire chi fossero le donne della “Padania” che nessuno, o quasi, conosce. e che invece lentamente, gradualmente, sono emerse, quasi sempre dopo anni di una militanza politica – loro preferiscono chiamarla territoriale – che le rende speciali nel panorama italiano». Scrive l’autrice nelle prime righe del suo libro, che coinvolge molte amministratrici del nord, ma che coinvolge la culla della lega di Bossi solo con una rappresentante – a cui dedica, però, l’intero capitolo 3 – Sandy Cane, “L’Obama della lega” – la donna sindaco di Viggiù, la prima in Italia di origini afroamericane.
La Giudici racconta molto altro di Varese. Inizia con Miss Padania a Besozzo. "All’inizio ero un po’ imbarazzata. Curiosa, certo, ma non scevra di pregiudizi. E così, quando sono arrivata alla festa della Lega per assistere alla prima delle molte selezioni estive di Miss Padania, avrei preferito rimanere nell’ombra. Con la giusta distanza di chi comprende che il concorso di bellezza padano c’entra poco con il velinismo e molto con il progetto di espansione sociale, territoriale della Lega, ma lo ritiene comunque una manifestazione un po’ grottesca". L’autrice viene poi coinvolta e finisce, suo malgrado, a fare la giurata dando a tutte il massimo dei voti.
Non poteva mancare il modello educativo voluto dal Carroccio a cui l’autrice dedica due pagine. "La loro scuola di riferimento per ora è una sola: quella fondata nel 1999 a Varese da Manuela Bossi, la scuola Bosina. Una donna che ha scritto la storia della Lega, sin dagli inizi, a fianco di Umberto Bossi, ma ha sempre preferito rimanere nell’ombra, «per poter continuare ad andare al mercato senza essere riconosciuta» mi ha detto una volta".
Politica, costume e vita familiare è sempre connessa. E la Giudici ci entra dentro con curiosità. "Per le leghiste, le quote rosa, gli interrogativi sull’esclusione delle donne dalla politica sono elucubrazioni mentali che lasciano volentieri agli avversari, visto che per loro il potere non è sapere, come si diceva una volta a sinistra, ma semmai amministrare. Nonostante siano più simili di quanto immaginino alle militanti comuniste d’antan, visto che hanno abolito il confine tra spazio pubblico e privato, assoggettandosi alla supremazia della politica. Ricordare che la più giovane presidente della Camera, Irene Pivetti, salita sullo scranno che fu di Nilde Iotti nel 1994, è stata leghista, può essere fuorviante. Eccetto il ministro dell’Interno Roberto Maroni, da sempre sostenitore della superiorità femminile (e infatti ha scelto una squadra esclusivamente rosa), nessun leghista teorizza con enfasi il principio della parità dei sessi, semmai crede nella capacità individuale di conquistarsi i galloni sul campo. Perché la Lega è il partito del fare e nella sua arena vince chi sa fare (e obbedire) meglio".
La nostra provincia però di amministratrici ne ha ormai parecchie, che guidano i loro paesi o siedono su prestigiose poltrone: Giovanna Bianchi, gallaratese, consigliera di amministrazione Rai, Luciana Ruffinelli neorieletta consigliera regionale, Graziella Giacon, già assessore provinciale e da una settimana sindaco di Laveno, Francesca Brianza, assessore Provinciale e sindaco di Venegono Superiore, Cristina Galimberti sindaco di Buguggiate, Cristina Bertuletti, sindaco di Gazzada, Barbara Bison sindaco di Gornate Olona, Sandy Cane, sindaco di Viggiù. Spesso madri di famiglia, professioniste, appassionate di politica. Donne magari rimaste a lungo a guardare e poi ritrovatesi – brillantemente – nel vortice delle amministrazioni, che hanno “preso in mano” con il piglio della vera massaia.

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Pubblicato il 07 Aprile 2010
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