Nei “nostri” ospedali la pillola abortiva non è ancora arrivata

L'azienda ospedaliera bustocca ha ormai completato l'iter formale per potersi approvvigionare. A metà maggio i primi arrivi negli ospedali dell'azienda varesina. Anche Gallarate si prepara

Negli ospedali varesini la RU486, meglio conosciuta come pillola abortiva, non è ancora arrivata.
Nei tre presidi dell’azienda di Busto l’iter procedurale è quasi del tutto completato: manca giusto la modulistica che adotterà ognuno dei tre ospedali. Nessuna donna, comunque, si è presentata in reparto chiedendo questa alternativa all’intervento chirurgico. Nel momento dovesse succedere, comunque, i reparti di ginecologia saranno in grado di avviare le procedure per somministrare il farmaco.
Nei reparti di ostetricia e ginecologia di Varese e Cittiglio, invece, la pillola arriverà non prima di metà maggio: « L’utilizzazione dipende dalla procedura che verrà messa a punto dal nostro Comitato etico – spiega il direttore dell’azienda Walter Bergamaschi – La prima riunione del nuovo organismo avverrà il 4 maggio. La settimana successiva si svolgerà la riunione per la definizione del “consenso informato” che le donne dovranno sottoscrivere. La nostra farmacia, comunque, ha già preso contatto con i produttori e si è accordata su tempi e modi di consegna del medicinale».

È questione di giorni anche al Sant’Antonio abate di Gallarate: « Al di là delle opinioni personali sulla legge che prevede l’interruzione di gravidanza – ha spiegato la dottoressa Rita Mancini, primario del reparto di ginecologia – non vedo perchè non si possa proporre un metodo meno incruento. Quindi a Gallarate ci sarà la possibilità di richiedere e, se le condizioni lo permetteranno, di ottenere l’aborto farmacologico. Attualmente la pillola non è nelle nostre disponibilità perchè si deve ancora riunire la commissione del farmaco, ma, siamo pronti ora ad affrontare la richiesta di un’eventuale paziente».

Nonostante la disponibilità del medicinale, per le donne che intendono sottoporsi all’aborto chimico, rimangono in vigore le norme restrittive previste dalla Regione Lombardia: l’assunzione della RU486 deve avvenire entro i primi 49 giorni di gravidanza. L’assunzione avviene con ricovero ospedaliero per almeno 72 ore: il Myfegine (l’ormone a base di mifepristone) viene somministrato il primo giorno; dopo 48 ore viene data la seconda pillola (a base di prostaglandine); è necessario, quindi, attendere la conclusione dell’aborto che nel 60% dei casi avviene dopo 6 ore dal secondo farmaco (o, comunque, nelle successive 24 ore). Nel consenso informato da sottoscrivere, vengono specificamente ricordati gli effetti collaterali: dai crampi addominali alla nausea fino a possibili – ma rare – emorragie.
Diverso, invece, l’iter per l’interruzione di gravidanza chirurgica, possibile fino alla 12ª settimana e ormai svolta con un ricovero in day hospital di sei/otto ore.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Aprile 2010
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