“Oltre l’era del fuoco”: sì, ma come senza volontà politica?

Bollate dai pochi partecipanti all'incontro le scelte del piano provinciale rifiuti; quanto alle promesse di regione e provincia, qua e là ne reiterano di già fatte e non ancora mantenute. I milioni in arrivo? "Vaselina" per Borsano

L’inceneritore Accam a Borsano ci resterà ancora per decenni. Almeno fino al 2025. Lo diceva venerdì sera in consiglio comunale il presidente Speroni: «Malpensa è lì dai primi del Novecento, l’Autolaghi dagli anni Venti». Perchè mai un investimento come un inceneritore dovrebbe sparire, visto che, come ricordavano dal centrodestra, persino a Montecarlo ne hanno uno e nessuno fiata?
Parole da dare l’orticaria a quanti si sono ritrovati sabato mattina al museo del Tessile, in pochi (non più di una trentina), per riflettere insieme sulle scelte di livello provinciale in materia di gestione rifiuti e sulle possibili alternative tecnologiche all’incenerimento. La mattinata di convegno era promossa dal Comitato Ecologico Inceneritore e Ambiente di Borsano. Al fianco dei borsanesi il meetup Amici di Beppe Grillo di Busto Arsizio e Medicina Democratica – Provincia di Varese e Altomilanese.

Fra i relatori Marco Caldiroli (Medicina Democratica), Marino Ruzzenenti, autore di "L’Italia sotto i rifiuti", che smontava "la favola dell’inceneritore più bello al mondo", quello spesso citato ad esempio di Brescia, (si legga qui per un sunto delle sue posizioni), Fabio Tomei del Coordinamento Ambientalista Rifiuti del Piemonte. Caldiroli ha ribadito le criticità ambientali e sanitarie che la scelta dell’incenerimento ha storicamente comportato, Tomei riferiva della situazione in provincia di Novara, dove si parla di un inceneritore, ipotesi che si sta contrastando con quella di un centro di riciclo integrale in stile Vedelago. Anche di là dal Ticino, riferisce, la risposta è che il modello Vedelago non è applicabile che laddove è nato. 

Si addentrava in politica la critica di Livetti. «Il piano provinciale rifiuti, che andrebbe collegato a pianificazioni su traffico ed energia, mira a farsi propaganda per il 2013 col dire che non abbiamo un’emergenza rifiuti.  Poi il nostro umido va fuori provincia, siamo in ritardo su rifiuti, pianificazione territoriale, servizio idrico… Dietro tutta questa pigrizia ci sono le percentuali elettorali. Reguzzoni se ne va a Roma dopo dieci mesi; il suo successore Galli prende ancora più voti. Perchè dunque cambiare? Ai tempi dell’Ulivo si riusciva a dare un input, ora in provincia non c’è opposizione, e non è un problema solo varesino, ma generale. Intanto i Comuni sono costretti a svendere fette del proprio territorio solo per garantire gli stipendi». Ironicamente "antipolitico" il "grillino" Igor Nudo: «Perchè siamo pochi? Colpa della politica che pone l’alternativa: o revamping Accam, o rifiuti in strada come a Napoli. E con elettori che fanno il tifo "a prescindere", come allo stadio…».
Torretta ha portato l’esperienza della piccola Vanzaghello, unico Comune fin qui a tirarsi fuori rifiutando le fideiussioni alle banche a copertura del revamping dell’inceneritore di Borsano.
Il consigliere comunale Antonello Corrado infine ripercorreva le tappe della vicenda Accam, dalle proposte osteggiate e infine respinte di analizzare la fattibilità di una Vedelago "alla bustocca" fino al suo fallito tentativo di ostruzionismo in consiglio comunale venerdì sera. Intanto, sintetizza, «votato il revamping, ci ridurremo come Brescia».

Chiudeva la mattinata la requisitoria del Comitato ecologico di Borsano, con Alessandro Barbaglia e Paolo Zaroli. «Già nel 1996 scrivevamo sulle nostre magliette la preoccupazione di diventare il bidone della provincia e della regione» rammenta Barbaglia. Il mondo cambia, non qui però. «Conosco per lavoro il mondo finanziario, si stanno aprendo filoni di investimento importantissimi sulle nuove tecnologie, perchè l’alternativa esiste. È la nostra classe politica che, salvo eccezioni, è fallimentare».
Zaroli dell’inceneritore ricordava le passate vicissitudini tecniche e legali. Intanto «la situazione ambientale permane grave, e le promesse di bonifica dell’area circostante l’impianto sono le stesse che comparivano su un cartello che annunciava per il 31 dicembre 1998 la conclusione di tale intervento… Dodici anni dopo, ciò che era dovuto ci viene rivenduto come un favore» «La vaselina» aggiungono dal pubblico: Luttazzi ha fatto scuola. «Riciclare o bruciare è questione di volontà» la tesi del comitato. «Le scelte del consiglio comunale ora condannano Busto Arsizio alla "vocazione rifiuti", è una sconfitta per la città, che come una Cenerentola si accolla quello che il resto del Varesotto s’è ben guardato dal mettersi in casa».
Col che, colonizzati due volte: da Milano a Malpensa, e da Varese a Borsano.

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Pubblicato il 10 Aprile 2010
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