Scudo fiscale, la finanza svizzera ha retto allo shock

A Lugano un incontro pubblico sul tema dei rientri dei capitali in Italia. Sono intervenuti il vicedirettore del Corriere del Ticino, Alfonso Tuor, e il direttore di Radio 24-Sole 24 ore, Gianfranco Fabi. Moderatore Cesare Chiericati

Scudo fiscale: Italia e Svizzera a confronto, in contrasto, ma anche unite sui temi dell’economia. Il controverso tema “Scudo&antiscudo” è stato discusso nell’Upper Lounge di “-9 GelatoItaliano” del quartiere Maghetti a Lugano. Relatori Gianfranco Fabi, direttore di "Radio 24-Sole 24 ore", collaboratore del "Gionale del Popolo" e Alfonso Tuor, vicedirettore del "Corriere del Ticino".
Gli effetti dello scudo fiscale italiano sono stati analizzati dai due esperti, moderatore Cesare Chiericati, per fare il punto alla vigilia della chiusura (fine aprile) di questa misura straordinaria prevista per il rientro dei capitali in Italia. In alcuni casi le procedure si sono rivelate grottesche e per certi versi al limite dell’etica, ha sottolineato Fabi, citando i fiscovelox della Guardia di Finanza parcheggiati ai valichi. I numeri dello scudo sono comunque alti; si calcola che quasi 100 miliardi di euro sono rientrati in Italia, quindi considerando la tassazione del 5%, lo Stato ha incassato 5 miliardi, ma nei prossimi giorni la somma potrebbe ulteriormente aumentare. (foto da sinistra: Fabi, Chiericati e Tuor)
Tuor
ha sottolineato che la piazza finanziaria di Lugano sembra aver ben assorbito lo shock imposto dal ministro italiano dell’Economia Giulio Tremonti. Era lecito infatti attendersi un rientro più massiccio di capitali considerando l’incertezza che tuttora regna sulla permanenza, più o meno attenuata, del segreto bancario nel panorama legislativo della Confederazione.
Si è infine parlato di un fenomeno ormai abbastanza consolidato, la localizzazione nel Canton Ticino di imprese italiane, in particolare industrie innovative, che trovano condizioni di insediamento favorevoli per quanto riguarda il costo del lavoro, la qualità delle infrastrutture, la fiscalità e la formazione del personale, una sorta di “antiscudo” permanente.
Pareri differenti invece sul ruolo attuale della frontiera; Fabi ha evidenziato un costante affievolimento del suo antico ruolo di barriera cui si accompagna un crescente intreccio di relazioni a tutti i livelli; Tuor ha invece evidenziato il permanere di una certa diffidenza della Svizzera verso l’Italia, giudicato sempre un paese instabile e con criticità irrisolte a livello politico e amministrativo. Gianfranco Fabi, ha infine ricordato la vitalità dell’Italia, «un paese – ha detto – paragonabile a un calabrone; un insetto che nonostante le sue piccole ali riesce a far volare un corpo molto grande».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Aprile 2010
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