“Una storia simile non deve più capitare”
La presidente di Caos Patrini commenta la terribile vicenda di Maria Antonietta e si appella agli ospedali perchè aprano centri di senologia con un'assistenza globale
«L’esperienza di Maria Antonietta non deve più capitare. La sua tragedia serva da monito per costruire centri che si prendano cura della donna dal primo momento sino alla completa guarigione, e anche oltre, se necessario, con le pratiche per l’invalidità civile». È sconcertata Adele Patrini, presidente dell’associazione di volontariato Caos di varese: « Anch’io sono stata operata e so il valore di quelle ciccatrici. Profonde. Laceranti, che ti si insinuano nella testa. Sono sconvolta dalla solitudine di questa donna che ha dovuto girovagare per la Lombardia in cerca di risposte che sono arrivate in modo tragico. La mancanza di coordinamento, la mancanza di collegialità ha portato all’errore fatale e devastante».
A Maria Antonietta va la piena solidarietà dell’associazione di volontariato: « nessuno che l’ha aiutata, che le ha telefonato per chiederle come va… È incredibile! La mammella non è un semplice organo del nostro corpo. È il simbolo della femminilità. È l’essenza stessa della nostra persona. Questa vicenda deve farci riflettere tutti sulla necessità di arrivare, prima possibile, a istituire centri di senologia negli ospedali, centri dove la donna ammalata entri ed esca guarita, sia nel fisico sia nella mente. Tutte le professionalità lavorino al suo interno, in equipe, per dare assistenza e prendersi cura. La donna deve solo pensare a guarire, senza preoccuparsi di dove o come».
Il tumore al seno è una patologia che, proprio nella nostra provincia, ha assunto dimensione allarmanti: sono almeno 800 i casi all’anno e l’età media si abbassa costantemente: « I casi sono troppi per continuare a "improvvisare". Oggi, la ricerca è arrivata al punto da garantire la guarigione nel 90% dei casi, a condizione che ci sia un’adeguata prevenzione e poi un’assistenza adeguata, che parta dall’esame per arrivare alla diagnosi, alla terapia, alla riabilitazione, senza dimenticare l’aspetto psicologico o fisiatrico e anche amministrativo per le pratiche dell’invalidità. Tutti i dettagli devono essere presenti, compresa la parrucca quando la chemio fa cadere tutti i capelli».
L’associazione Caos ha scritto alla direzione dei tre ospedali coinvolti, esprimendo solidarietà ad una donna che diventa ora il simbolo di una battaglia per le donne, perchè non si ripeta mai più la drammatica esperienza di Maria Antonietta.
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