A Gallarate il teatro è più forte della crisi
Si chiude con buoni numeri la stagione 2009/2010 della Fondazione Culturale: lieve flessione al Condominio, grande successo per il teatro d'innovazione al Popolo
La voglia di cultura batte anche la crisi economica. Potrebbe essere questa la sintesi del risultato ottenuto dalla Fondazione Culturale di Gallarate nel 2009/2010, che ha chiuso la stagione con numeri di tutto rispetto: al Condominio si registra una diminuzione minima (1,9%) delle presenze in teatro e un aumento del 12,9% dell’incasso per ogni spettacolo. Ma il vero risultato vincente è quello del teatro del Popolo, con grandissima affluenza a tutti gli spettacoli, un pubblico sempre più fedele e persino qualche serata con overbooking risolto in extremis con l’aggiunta di sedie in più. Numeri e percezioni che stanno guidando lo staff della Fondazione, guidato dal direttore Adriano Gallina, nella definizione della nuova stagione del Condominio, che sarà più compatta (20-25 spettacoli) e che punterà a ridurre i cachet per i singoli spettacoli, mentre la stagione del Popolo sarà confermata sia a livello quantitativo che qualitativo.
L’anno artistico appena concluso ha confermato la straordinaria fedeltà del pubblico alla stagione del Popolo, «un pubblico diverso – spiega Gallina in commissione cultura-, molto giova
ne, attento e curioso all’innovazione che in provincia di Varese si trova solo in via Palestro». Altissima la presenza in particolare per Montedidio, per Beppe Battiston, per Giulio Cavalli, per Marco Baliani. Se nella piccola platea del Popolo le cose vanno a gonfie vele (con spettacoli costati, in media, poco), qualche difficoltà si è vista invece a inizio stagione al Condominio, complice anche lo smarrimento di fronte alla crisi, che ha caratterizzato anche gli altri teatri lombardi e in particolare milanesi. Nella seconda metà della stagione, invece, le sale si sono riempite, con numeri eccezionali per Marco Paolini (639 presenze, lo spettacolo più visto), per i Legnanesi (615 spettatori in media in ognuna delle tre serate), Elio e le Storie Tese, Kataklò. L’incasso medio è stato di 11.264 euro, con un incremento del 12,9% rispetto alla stagione 2008/2009. In lieve flessione la presenza media, che è scesa da 450 a 441 spettatori. Lieve flessione peraltro compensata anche da una riduzione dei cachet delle compagnie, alle prese, anch’esse, con al difficoltà a trovare mercato in tempi di crisi. Complessa la situazione della musica classica, che registra numeri piuttosto bassi, con eccezioni (Shlomo Mintz) sostenute da massiccia promozione.
Il futuro? Una stagione più ridotta per il Condominio, di circa 20-25 spettacoli (quest’anno sono stati 29, l’anno prima 36), che riduca di molto il costo per i cachet. Gli investimenti rimaranno uguali invece per il Teatro del Popolo, visto il grande apprezzamento della stagione passata. Per scoprire il cartellone dei due teatri, in ogni caso, bisognerà attendere settembre, godendosi nel frattempo le proposte estive, come via Paal. Scelte che puntano da un lato a mantenere il ruolo-guida di Gallarate in provincia soprattutto per quanto riguarda il teatro d’innovazione, dall’altro a risanare i bilanci della Fondazione, che dipende ancora in larghissima parte dai contributi del Comune, vista la riduzione delle entrate da enti superiori e dalle sponsorizzazioni da privati, se si eccettuano alcune eccezioni (peraltro impegnate anche a sostenere il MAGA). Consistente la contrazione degli investimenti pubblicitari da parte delle imprese, comprese SEA e le associazioni di categoria. «Grave è poi il tiepido interesse di Provincia di Varese e Regione Lombardia» conclude Gallina. Su questo versante è necessario che si muova la politica gallaratese, per salvaguardare il piccolo primato che la città – un tempo operaia – ha saputo ricavarsi, pur stretta tra Varese, Busto Arsizio e a poche decine di chilometri dalla metropoli.
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