Al lavoro dopo l’università: solo il 6 per cento è precario
L'ufficio federale di statistica ha presentato una pubblicazione sulle scuole universitarie: "Più di due terzi degli intervistati si trovano in una situazione di riuscita professionale"
"Un anno dopo il termine degli studi, più di due terzi delle persone attive in possesso di un diploma di scuola universitaria si trovano in una situazione di riuscita professionale e quasi nove individui su dieci si dichiarano soddisfatti del posto che occupano a prescindere dalle condizioni d’impiego oggettive". Sono questi i principali risultati dell’analisi sul successo professionale presentati dall’Ufficio federale di statistica (UST) in una pubblicazione che tratta anche altri temi di attualità inerenti le scuole universitarie, come la Riforma di Bologna, la dimensione internazionale ed i mezzi finanziari delle scuole universitarie nonché la mobilità degli studenti.
L’analisi del successo professionale dei diplomati delle scuole universitarie si fonda su una serie di indicatori chiamati a esprimere due diverse dimensioni: una oggettiva, che raggruppa criteri quali il reddito o la sicurezza dell’impiego, e l’altra soggettiva, che prende in considerazione parametri quali l’adeguatezza del reddito rispetto al grado di formazione, o la soddisfazione sul lavoro. Dalla ricerca emerge che il 73 per cento dei diplomati delle scuole universitarie ha oggettivamente raggiunto il successo professionale e che il 90 per cento di loro è soddisfatto delle condizioni d’impiego.
Combinando le due dimensioni è possibile ripartire le persone attive in quattro sottopopolazioni, che corrispondono ad altrettante situazioni-tipo di successo professionale. Seppure con alcuni distinguo in termini oggettivi o di percezione dell’impiego, dall’analisi emerge che la situazione professionale delle persone attive in possesso di un diploma di scuola universitaria è nel complesso buona. In effetti, più di due terzi degli intervistati si trovano in una situazione di riuscita professionale (68%), mentre solo il 6,4 per cento deve fare i conti con una situazione professionale precaria. Per circa tre quarti dei diplomati, vi è dunque corrispondenza fra le componenti oggettive e quelle soggettive del successo professionale. Solo per un quarto delle persone la percezione della situazione non corrisponde a quella osservata in termini oggettivi. Tra questi sono stati distinti gli «ottimisti», che considerano la propria situazione professionale migliore di quanto non sia in realtà (20,9% dei diplomati delle scuole universitarie), e i «pessimisti», che non sono soddisfatti della propria situazione malgrado questa sia oggettivamente positiva (meno del 5% delle persone interrogate).
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