Api impazzite? È solo un problema di trasloco
Adriano Martinoli, professore e zoologo, spiega i motivi che in questi giorni spingono gli insetti del miele a migrare e trasferirsi nei posti più insoliti
La più eclatante è stata l’invasione di piazza San Babila ma non è stata certo l’unica "emergenza api" di questi giorni nel Nord Italia. Le chiamate ai vigili del fuoco e le corse a chiudere le finestre sono state moltissime anche nella nostra provincia. Le api sono impazzite? Non proprio. Il motivo che le spinge a migrare e fare tappa nei luoghi più insoliti dalle cassette della posta ai muri delle case è spiegato da Adriano Martinoli, zoologo e professore di biogeografia alla facoltà di scienze dell’Università dell’Insubria.
«Non parlerei di pazzia ma di un comportamento nella norma che quest’anno è stato forse un po’ più diffuso del solito. Forse siamo noi che abbiamo perso l’abitudine a vederle. Ricordo mio nonno che le allevava e spesso doveva correre a recuperarle nelle case vicine».
Il fenomeno dunque non è un’anomalia?
«Tecnicamente si chiama sciamatura, avviene tra marzo e giugno ed è fortemente influenzata dal clima. Per capirne il funzionamento dobbiamo pensare a una famiglia molto numerosa che si divide e si trasferisce in due posti diversi: così la colonia si smembra. Alla nascita di una nuova ape regina le esploratrici escono dall’alveare alla ricerca di un luogo dove trasferirsi. Il movimento avviene in due tappe: nella prima le api escono e si fermano in un luogo intermedio dal quale poi partiranno alla ricerca del posto dove stabilire il nuovo alveare. Può essere il tetto, il buco di un muro o altri posti anche vicini all’uomo».
Avere uno sciame a pochi passi da casa non è però la situazione ideale, cosa bisogna fare in questi casi?
«Il consiglio è quello di chiamare l’apicoltore più vicino o in alternativa segnalarlo ai vigili del fuoco. Può essere che sia la stessa persona che ha "perso" lo sciame visto che nelle nostre zone di api allo stato selvatico ne esistono poche. Per questi esperti, oltre a ritrovare una vera e propria ricchezza, recuperare lo sciame è un’operazione piuttosto semplice: l’ape regina viene messa in una nuova arnia dove in poco tempo sarà seguita da tutte le altre».
Lo scorso anno e poco tempo fa anche in Canton Ticino, sono state segnalate delle morie di api preoccupanti mentre ora il movimento degli insetti del miele fa pensare che l’emergenza sia rientrata. È vero?
«Non si può dire che il problema sia risolto. La moria di questi insetti e causata da fattori diversi. Nel Nordi Italia, ad esempio, nel 2009 l’utilizzo di un nuovo pesticida le aveva decimate. Ora non lo si usa più e gli alveari a poco a poco sono stati rimessi in sesto. L’attenzione a come i fattori esterni influiscono sulla vita di questo piccolo e importante insetto deve però rimanere elevata»
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