Buscemi: “La cultura deve camminare da sola”

L'assessore regionale in visita al Maga: entusiasta del museo, polemico sui finanziamenti pubblici in generale. "Se le istituzioni danno i soldi hanno il diritto di occuparsi dei contenuti proposti"

La Regione è pronta a fare la sua parte per la cultura. A patto però che tutto non si riduca ad una questione di soldi: l’attenzione della cultura passa anche per l’integrazione in rete, la promozione sul territorio e nei circuiti turistici. La visita dell’assessore regionale Massimo Buscemi al Maga è l’occasione per parlare non solo del nuovo museo gallaratese, ma anche per un intervento sul sistema-cultura tra il Po e le Prealpi. «Le fondazioni culturali devono essere capaci di trovare soldi anche dai privati, altrimenti vuol dire che non sanno fare il loro lavoro» ha commentato caustico a chi riferiva delle richieste per una rinnovata attenzione della Regione verso la cultura.

Il neoassessorre alla cultura ha visitato il Maga insieme al sindaco Nicola Mucci, all’assessore alla cultura Isabella Peroni, al presidente della fondazione museale Angelo Crespi e alla direttrice Emma Zanella. «Un museo così bello non lo si trova altrove in Italia» ha commentato Buscemi di fronte al geniale allestimento ideato dallo scenografo Maurizio Sabatini per la mostra su Amedeo Modigliani. Nel corso della visita l’assessore appena insediatosi ha parlato anche dell’idea della «carta dei musei destinata a cittadini e turisti», che si sta definendo anche attraverso il confronto con l’analoga iniziativa torinese e che punta a mettere in rete i musei lombardi. Il sopralluogo ha anche risvegliato in Buscemi – ormai radicato a Milano, anche dal punto di vista elettorale – il ricordo della sua storia gallaratese: «Conosco bene la storia che questo museo ha alle spalle, che percorso ha fatto. E conosco bene la direttrice Emma Zanella, sua madre è stata insegnante per tre anni di medie e cinque anni di liceo». 

E a Gallarate nei giorni scorsi si è discusso molto delle prospettive della cultura: se i vertici politici hanno parlato con entusiasmo e fiducia del nuovo assessore regionale (anche per ragioni di vicinanza politica) il direttore della Fondazione Culturale Adriano Gallina ha lamentato il «tiepido interesse di Regione e Provincia» verso i teatri gallaratesi, che hanno ottenuto risultati più che confortanti, ma sono sostenuti in grandissima parte solo dai contributi erogati dal Comune. «Se scarsa attenzione vuol dire solo parlare di danaro mi sembra molto riduttivo- ha risposto Buscemi, sottolineando di non conoscere nel dettaglio la situazione -. L’attenzione si può dare anche in altri modi, ad esempio con la promozione o la rete museale». Il neoassessore, reduce da un’altra giornata di animato confronto con gli operatori della cultura, ha parlato di «pochezza assoluta» di fronte a chi riduce tutto ad una richiesta di soldi: «Questi signori che vivono solo di contributi pubblici  – ha concluso Buscemi – imparino a trovare quattrini anche dai privati, si diano da fare, se sono capaci di gestire una Fondazione, altrimenti si dimettano. La smettano di vivere sempre e solo sotto l’ala del settore pubblico».

Nella giornata di giovedì, in occasione della presentazione della stagione del Piccolo Teatro, l’assessore regionale – spalleggiato dal collega milanese Massimiliano Finazzer Flory – aveva espresso critiche sui temi toccati da alcuni degli spettacoli in cartellone nella nuova stagione teatrale. E Buscemi è tornato sul tema parlando proprio dei finanziamenti: «L’attenzione del settore pubblico non deve limitarsi all’aspetto economico». Gli operatori culturali si rivolgono alle istituzioni, «quando poi però le istituzioni si addentrano nei contenuti per esempio del palinsesto chiedendo informazioni su alcune opere borderline su alcuni temi come la pedofilia, gridano alla censura. Se si chiedono soldi, le istituzioni- ha concluso Buscemi – hanno il dovere di addentrarsi anche nei contenuti che vengono proposti».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Maggio 2010
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