Delitto di via Ravasi, la testimone piange in aula
Ascoltati i testi che erano nel parcheggio: due fidanzati che però non videro bene la scena dell'omicidio
Molte lacrime e qualche non ricordo. I testimoni oculari non hanno aggiunto molto alla dinamica del delitto di via Ravasi e la loro deposizione ha toccato punte drammatiche che hanno messo in seria difficoltà loro stessi e la corte d’assise. Il pm Agostino Abate è stato decisamente severo e la difesa dell’imputato Roberto Miguel Cobertera (avvocato Paolo Bossi) si è opposta in un paio di occasioni alle domande incalzanti dell’accusa. Ma alla fine dell’udienza si può dire che le dichiarazioni dei due fidanzatini che quella sera si nascosero tra i sedili dell’auto a pochi passi dall’aggressione, ne è uscita ridimensionata.
Interrogati in aula non hanno collegato il volto dell’imputato a quello dell’aggressore del tunisino Tarik Saadeddine, ucciso perché non aveva pagato la droga. Non hanno nemmeno assistito al vero e proprio accoltellamento ma solo all’inseguimento. E non sono stati in grado di chiarire se l’agguato sia stata condotto in due diverse fasi. I ragazzi sono caduti in alcune contraddizioni e ci sono stati momenti di tensioni con il pm Agostino Abate. L’udienza del mattino è stata anche sospesa perché la ragazza ha pianto più volte e ha ammesso di essere molto spaventata. Mentre la deposizione del pomeriggio dell’uomo è stata più precisa.
La difesa dell’imputato Roberto Miguel Cobertera sostiene che il dominicano non partecipò attivamente all’accoltellamento e che fece solo da palo al complice, il giovane Daniel Calcano. Il tenente dei ris di Parma che ha parlato in aula delle tracce della vittima potrebbe avvalorare questa tesi: poiché sono state riscontrate tracce della vittima solo sugli indumenti di Calcano, l’altro dominicano che è già stato condannato a 30 anni in abbreviato. Tuttavia, quest’ultimo accusa Cobertera di aver sferrato due dei tre colpi mortali. Partendo dalla confessione di Calcano, la ricostruzione dell’accusa potrebbe ora puntare su un delitto in due fasi commesso da entrambi: coltellata, inseguimento, colpo di grazia. Lo conferebbero le tracce di sangue e le cuffie di un ipod trovate in un secondo punto del parcheggio, lontano da dove giaceva il corpo.
In aula è stata anche sentita la fidanzata di Calcano, ma l’audizione è stata sospesa poiché la donna ha reso dichiarazioni penalmente rilevanti e avrà bisogno di un difensore. Chissà se il processo rivelerà il mistero più intrigante che sta dietro al delitto: chi è Cobertera, il killer venuto da New York? Il suo vero nome è in realtà Victor Dario Ramirez Ravelo, ma il motivo del suo viaggio a Varese è ancora tutto da svelare.
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