Dopo la pandemia: otto milioni i vaccini che non servono più
Il Consiglio federale ha autorizzato l'eliminazione delle dosi scadute, con un costo tra 120 e 180 mila franchi. I dati emergono da uno studio commissionato dal dipartimento elvetico dell'interno
Lasciata alle spalle l’onda della pandemia anche la Svizzera presenta il conto sull’utilizzo dei vaccini contro l’influenza A(H1N1). Un conto che, come per quanto avvenuto nel nostro paese dove le dosi inutilizzate sono state circa 8 milioni (intorno alle 60 mila in provincia di Varese), ha acceso il dibattito. Nel 2009 il Consiglio federale svizzero aveva deciso l’acquisto di 13 milioni di vaccini per un importo complessivo di 84 milioni di franchi dalle ditte farmaceutiche GlaxoSmithKline e Novartis. «Allora gli esperti nazionali e internazionali – spiegano dal dipartimento – contrariamente al bisogno effettivo accertato in seguito, ritenevano che sarebbero state necessarie due dosi di vaccino per persona. Circa il 15 per cento della popolazione svizzera e il 27 per cento dei gruppi a rischio si sono fatti vaccinare. Lo scorso settembre la Svizzera si è associata all’iniziativa di dono di vaccini promossa dal presidente americano Barack Obama e ha messo a disposizine dell’OMS circa il 10 per cento delle dosi di vaccino ordinate. Attualmente, quasi 7 milioni di dosi sono conservate nello stock della Confederazione e circa 1,2 milioni presso i Cantoni. Di conseguenza, il 12 maggio di quest’anno il Consiglio federale ha deciso di autorizzare i Cantoni a eliminare le dosi di vaccino con data di conservazione scaduta, operazione che costerà tra 120 e 180 mila franchi».
I dati emergono da uno studio che il Dipartimento federale dell’interno, passata l’emergenza, aveva commissionato a un gruppo di esperti internazionali, in collaborazione con la società Ernst & Young. Il giudizio che ne è emerso è stato nel complesso positivo ma non senza criticità: «Nel clima d’incertezza che ha caratterizzato l’inizio della pandemia d’influenza A H1N1, erano giustificati sia l’acquisto stesso dei vaccini sia la sua entità» emerge dall’analisi. Sono però segnalate «lacune nel coordinamento e nella normalizzazione dei piani pandemici a livello federale e cantonale, nonché di logistica, relativi alla distribuzione dei vaccini. Quest’ultima lacuna è da ricondurre soprattutto all’insufficiente chiarezza nella ripartizione delle responsabilità tra le diverse autorità federali e cantonali. La revisione della legge federale sulle epidemie attualmente in corso dovrebbe porvi rimedio, in particolare estendendo le competenze della Confederazione in caso di gravi problemi di sanità pubblica».
In Svizzera, secondo i dati diffusi oggi, dalla fine di aprile dell’anno scorso circa 300 000 persone hanno consultato un medico per l’influenza A (H1N1). Le persone che hanno contratto l’influenza dovrebbero essere circa 1,5 milioni. In totale, a causa dell’influenza A (H1N1), sono state ospedalizzate 570 persone, 114 delle quali in un reparto di cure intense, mentre 20 sono decedute. Nel mondo, dall’aprile 2009 sono stati registrati 18 000 decessi dovuti all’influenza pandemica, di cui circa 5000 in Europa.
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