Il mio fazzoletto d’argento uccide i microbi
Un artigiano tessile di Corgeno ha realizzato un filato innovativo misto cotone- argento. I fazzoletti sono pronti ma non ha la forza necessaria per commercializzare il prodotto
Un giorno il signor Pietro Caielli, piccolo imprenditore tessile di Corgeno, è arrivato a casa del figlio Claudio con due spazzolini da denti in argento per regalarli alle nipotine.
Una caratteristica degli imprenditori è vedere ciò che i comuni mortali non vedono. E Claudio, classe 1970, seconda generazione della premiata ditta “Tessitura Caielli Sas”, specializzata in tessuti per camiceria, non fa eccezione. «Perché si usa l’argento?» ha pensato ad alta voce. «Perché disinfetta» gli è stato risposto. «Se lo usano negli spazzolini, allora perché non usarlo nei fazzoletti. Siamo o non siamo una tessitura che fa tessuti di cotone innovativi?».
Oggi Claudio Caielli il fazzoletto con la fibra d’argento ce l’ha in tasca e lo mostra con un certo orgoglio. Pulito, naturalmente. (foto: Claudio Caielli alla Giornata dell’economia alle Ville Ponti)
La sua fortuna è stata anche quella di far parte di un gruppo di 6 piccoli imprenditori (tre tessiture, due ricamifici, tutti concorrenti tra loro a cui si è aggiunta anche un’azienda che fa tovaglie per yacht) selezionati dal Centro tessile cotoniero di Busto Arsizio per il progetto Matin che ha l’obiettivo di sviluppare materiali tessili innovativi. «Il confronto e la contaminazione con i miei colleghi – spiega l’imprenditore – sono stati fondamentali per arrivare a questa realizzazione. Abbiamo messo a punto una mischia intima nel filato, perché anche prima l’argento si usava nella tessitura, come altre fibre metalliche, ma girava intorno al filato di cotone, sistema che alla fine rendeva molto ruvido il tessuto. Il nostro fazzoletto invece al tatto è come gli altri. È solo un filino più lucido, ma al primo lavaggio dovrebbe sparire».
Una caratteristica degli imprenditori è vedere ciò che i comuni mortali non vedono. E Claudio, classe 1970, seconda generazione della premiata ditta “Tessitura Caielli Sas”, specializzata in tessuti per camiceria, non fa eccezione. «Perché si usa l’argento?» ha pensato ad alta voce. «Perché disinfetta» gli è stato risposto. «Se lo usano negli spazzolini, allora perché non usarlo nei fazzoletti. Siamo o non siamo una tessitura che fa tessuti di cotone innovativi?».
Oggi Claudio Caielli il fazzoletto con la fibra d’argento ce l’ha in tasca e lo mostra con un certo orgoglio. Pulito, naturalmente. (foto: Claudio Caielli alla Giornata dell’economia alle Ville Ponti)
La sua fortuna è stata anche quella di far parte di un gruppo di 6 piccoli imprenditori (tre tessiture, due ricamifici, tutti concorrenti tra loro a cui si è aggiunta anche un’azienda che fa tovaglie per yacht) selezionati dal Centro tessile cotoniero di Busto Arsizio per il progetto Matin che ha l’obiettivo di sviluppare materiali tessili innovativi. «Il confronto e la contaminazione con i miei colleghi – spiega l’imprenditore – sono stati fondamentali per arrivare a questa realizzazione. Abbiamo messo a punto una mischia intima nel filato, perché anche prima l’argento si usava nella tessitura, come altre fibre metalliche, ma girava intorno al filato di cotone, sistema che alla fine rendeva molto ruvido il tessuto. Il nostro fazzoletto invece al tatto è come gli altri. È solo un filino più lucido, ma al primo lavaggio dovrebbe sparire».
La particolarità di questo fazzoletto è che fa morire i microbi. «In genere nei tessuti antibatterici – continua Caielli – i batteri non si riproducono e facendo le prove di laboratorio si nota che il loro numero rimane invariato. Nel mio fazzoletto, dopo 20 minuti, non c’è traccia di batteri perché l’argento li fa fuori. Lo stesso tessuto puo’ essere usato per asciugarsi le mani ed evitare così di usare gel chimici disinfettanti».
La Tessitura Caielli Sas (società in accomandita semplice) è nata nel 1966, ha tre dipendenti, 14 telai e un fatturato di 400 mila euro, ma non ha la forza necessaria per commercializzare il prodotto, che tra l’altro deve essere ancora brevettato. Tedenzialmente il fazzoletto d’argento costerà il doppio rispetto a un fazzoletto normale. «Il prezzo sarà di 9,90 euro per tre fazzoletti – conclude l’imprenditore – e io vorrei venderli inizialmente alle ortopedie e alle farmacie della zona. In quel caso non dovrei avere né dei commerciali né rivenditori, in modo che il margine lo gestiamo io e il negoziante. In questo momento il mio obbiettivo è fare guadagnare chi li vende e mantenere bassi i costi di produzione».
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