Il progenitore dei caccia: un fragile capostipite di legno e tela
La copia del Ca1 è stata costruita da zero dall'industriale trentino Mario Marangoni, che ha restaurato anche l'originale esposto oggi al museo del volo
Fragile ed essenziale, il piccolo Ca1 è stato il protagonista della festa. Affascinante nella sua fragilità, nel groviglio di cavi d’acciaio e tiranti e catene. A raccontare un pezzo di storia dell’aeronautica è il cavalier Mario Marangoni, industriale di 78 anni di Rovereto con il pallino non solo del volo, ma delle repliche di velivoli storici. E più storici del Caproni Ca1, in Italia, praticamente non ce ne sono. «Abbiamo cercato di correggere alcuni errori progettuali – spiega sicuro Marangoni, che ha lavorato tre anni al progetto -, questo primo modello aveva molti difetti. Abbiamo fatto modifiche al motore, che era un Miller prototipo, mai più replicato: l’abbiamo ricostruito da zero». Alcune parti sono state modificate, altre modernizzate per permettere un maggiore livello di sicurezza: la fusoliera, ad esempio, è in metallo anziché in legno. Marangoni si è occupato anche del restauro del Ca1 originale: portato a Venegono per metterlo al riparo dalle bombe durante la guerra, è tornato poi nello stabilimento di Vizzola-Cascina Costa. E oggi è esposto a Volandia, tra tanti modelli storici di aerei ed elicotteri, in gran parte realizzati negli stabilimenti aeronautici varesini.
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