L’adolescente seguito? Un adulto sereno
È in aumento l'attività della neuropsichiatria infantile. Crescono le fobie adolescenziali: situazioni anche complesse a cui il territorio risponde con una rete di servizi
All’ospedale di Busto, per esempio, la neuropsichiatria aziendale diretta dalla dottoressa Maria Grazia Brumana, sta avviando alcuni progetti focalizzati soprattutto sull’età adolescenziale con esperienze di semiresidenzialità dove vengono offerti percorsi psicoterapeutici ed educativi: « Tra gli 11 e i 18 anni – spiega la dottoressa Brumana – si presentano una serie di disturbi emotivi che vanno dalle fobie scolastiche o sociali ai disturbi comportamentali, dell’alimentazione, dell’
La dottoressa Brumana, membro del tavolo di coordinamento provinciale della neuropsichiatria infantile, conosce il centro residenziale che si sta per aprire a Varese: « Villa Barbieri viene a colmare una lacuna per questa provincia. Ci sono altri centri residenziali sia in Lombardia, sia in Piemonte dove la tradizione della residenzialità è più antica. È importante avere un centro di riferimento sul territorio perchè la presenza della famiglia è importante, anche se la decisione è quella di tenere il giovane fuori dal proprio contesto temporaneamente per aiutarlo a trovare l’equilibrio personale. Quando escono dall’ospedale, una volta superata la fase acuta, di solito rientrano in famiglia. Ci sono, però, situazioni speciali dove è richiesta una discontinuità con lo stile di vita precedente, perchè il ragazzo non è ancora pronto a riprendere la sua vita antecedente e gli occorre un’ulteriore spinta evolutiva».
Negli ultimi anni, l’attività della neuropsichiatria infantile dell’azienda bustocca è decisamente aumentata (+6,7%) passando da 44.681 prestazioni ambulatoriali del 2008 alle 47.680 del 2009: « Il 50% del disturbo psichiatrico in età adulta ha inizio in fase adolescenziale e poi si cronicizza. Con l’Asl, abbiamo voluto focalizzare la nostra attività proprio su questa fascia d’età. Lo scorso anno, abbiamo avuto 294 nuove segnalazione di soggetti in eta preadolescenziale e adolescenziale, nei nostri presidi. In prevalenza sono stati ragazzi (160) di età compresa tra gli 11 e i 14 anni. Sono fasi dell’evoluzione delicate, dove c’è la concreta possibilità che i disturbi possano trovare la soluzione definitiva».
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