“La Biblioteca? Un presidio fondamentale, anche per noi librai”

Francesca Boragno ha partecipato alle "scelte editoriali" di Bibliobook, la manifestazione che poterà nelle biblioteche di Busto e Valle Olona dieci autori affermati. Da lei suggerimenti e un'analisi del mercato librario odierno

Biblioteche che si aprono agli incontri sì, autori noti va bene, ma dietro Bibliobook una mano tesa dal settore dei librai c’è sempre. È quella di Francesco Boragno, personaggio "di riferimento" per in città bazzica per scaffali alla ricerca di qualcosa da leggere per passare il tempo, per sognare, per riflettere, per ricordare. Boragno ha collaborato con la responsabile del sistema bibliotecario di Busto e Valle Olona, Stefania Cozzi, all’individuazione dei temi e degli autori della manifestazione "territoriale", aiutando nei contatti con le case editrici.

«Tengo a ricordare due autrici bustocche come Rachele Ferrario e Laura Pariani. La seconda è molto nota e tradotta in mezzo mondo, e non ha quasi bisogno di presentazioni; con Ferrario andiamo ad esplorare il mondo dell’arte e della sua conservazione, con un volume dedicato alla figura di Palma Bucarelli, prima direttrice di un grande museo in Italia, a Roma, donna forte che partecipò tra l’altro al salvataggio di tante opere importanti dalla furia degli eventi bellici. Ferrario insegna a Brera, scrive d’arte sul Corriere della Sera, ha credenziali di tutto rispetto. Per Pariani mi sono permessa di raccomandare lo spettacolo con musica e video che sta portando avanti insieme al libro e che avrà a Busto la sua prima tappa dopo l’anteprima di Torino». Quasi più uno happening, con musica e video, che una comune presentazione. Un altro elemento curioso per una manifestazione dedicata ai libri è stata la scelta di una serata a tema jazz, quella con Flavio Caprera a Olgiate, «visto che le manifestazioni a tema jazz da queste parti hanno riscosso un successo notevole». Oltre agli autori locali, poi, «anche l’editore territoriale: Xy.it, aronese, che dà alle stampe il libro di Rosella Orsenigo sulle donne, ma anche la rivista "l’Eco del Verbano"»; e un altro suggerimento di Boragno per Flavio Soriga, autore sardo giovane ma giàò affermato. E via elencando gli altri ospiti attesi a Bibliobook, con la qualità e l’interesse come filo conduttore.

 – Il mercato del libro visto da dentro

«Marguerite Yourcenar scriveva che fondare biblioteche era come fondare granai per l’inverno dello spirito, che sentiva vicino. La biblioteca è un presidio fondamentale, detto da libraia: ci trovi di tutto, inclusi quei libri magari neanche vecchi, ma ormai introvabili altrove». Un ragionamento che ci conduce a parlare del mercato dei libri. Quale l’effetto della crisi su un settore così particolare? «Sono state amplificate delle storture già esistenti in partenza. Gli editori sembrano rinunciare a puntare sui giovani, a sperimentare ed innovare, per attenersi a ciò che paga qui e ora, col rischio di fossilizzarsi. Vedo in giro troppa manualistica, ci sono libri per imparare a fare di tutto oggi, al tempo stesso c’è una iperproduzione di romanzi che non riesce a valorizzare la narrativa. E questo in un momento in cui è la saggistica a "tirare", forse per un bisogno maggiore di riflessione e approfondimento sul nostro presente e su noi stessi. Infine, c’è chi si fa pubblicare a pagamento: una manna per gli editori, certo, ma che problemi poi per la distribuzione…» E quanti aspiranti scrittori avranno un futuro? «I libri che vanno al macero sono tantissimi. Per tutti, dall’editore al libraio, è tempo di ragionare molto attentamente prima di spendere».
C’è un altro aspetto d’interesse: il "traino" dei libri. La tv "vende" ancora? «L’unico che fa veramente vendere, per come la vedo io, oggi è Fabio Fazio con "Che tempo che fa". Una volta era una comparsata da Costanzo ad avere lo stesso effetto». E Internet? «La carta stampata ancora la snobba, ma è un mezzo fondamentale, le vendite sul web sono in grande crescita. Per fare un buon sito di vendite online occorrono risorse notevoli, noi ci accontentiamo di una vetrinaweb di recensioni, con eventi e cataloghi, e siamo anche su Facebook». Per il futuro, la situazione appare grigia: «vedo poco bene le librerie indipendenti, gli affitti pesano enormemente e chi apre se le cose non vanno rischia di chiudere in poco tempo, come accade con molte altre categorie di negozi: da questo punto di vista sono più favorite le catene, che possono permettersi di ammortizzare nuove aperture». Anche a Busto Arsizio lo schema si è visto: ha chiuso una presenza storica, la Bramante, ed è arrivata Ubik, giusto a pochi passi da Boragno. È il mercato.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Maggio 2010
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