Tappa cardanese per la rassegna “Terra Arte e Radici 2.0”, il festival culturale organizzato dall’associazione culturale Aleph in collaborazione con i Comuni del Gallaratese, tra cui Cardano al Campo. Domenica la sala convegni “Sandro Pertini” di via Verdi al Cuoricino (location scelta in sostituzione del parco comunale di villa Usuelli per via del maltempo) alle 15.30 ospiterà uno spettacolo teatrale per bambini a cura della compagnia Pandemonium Teatro che a Cardano già anima da anni la rassegna teatrale per le famiglie. In scena “L’usignolo dell’imperatore”, liberamente tratto dalla celebre fiaba di Hans Christian Andersen. L’ingresso è libero e gratuito.
«E’ una fiaba che lancia un messaggio che ha un suo senso anche oggi – sottolinea il vicesindaco e assessore alla cultura Laura Prati – l’arte dev’essere libera di esprimersi, senza i vincoli di un imperatore, altrimenti finisce per diventare noiosa, ripetitiva e non creativa. L’usignolo meccanico alla fine non soddisfa nemmeno l’imperatore che l’ha voluto».
Domenica 16 maggio ore 15.30 – sala convegni Pertini, via Verdi
"L’usignolo dell’imperatore"
liberamente tratto dall’omonima fiaba di H.C.Andersen
testo e regia Lisa Ferrari
con Mario Massari e Graziano Venturuzzo
L’Usignolo di Andersen narra la storia dell’Imperatore della Cina che, innamoratosi del meraviglioso canto di un usignolo, cerca di appropriarsene.
Ma si può diventare padroni di un essere vivente? Molto più facile possedere un oggetto! Ed ecco che, nella vita e nel cuore dell’Imperatore, l’usignolo vero e proprio viene sostituito da un giocattolo meccanico che ne riproduce aspetto e voce.
Solo in punto di morte, l’Imperatore si renderà conto che il rapporto con un oggetto e il rapporto con un essere vivente non sono nemmeno paragonabili e perciò imparerà ad amare l’usignolo rispettandolo.
Pur nella sua estrema semplicità, che ne fa una fiaba fruibile anche dai bambini più piccoli, l’Usignolo veicola un messaggio molto profondo ed estremamente attuale, soprattutto ora che sempre di più la vita dei bambini si riempie di oggetti e si svuota di rapporti umani: amare un altro essere vivente è fonte di reciproca gratificazione purché nel rispetto dello spazio e dei bisogni di entrambi.
Proprio per tale valenza ci è sembrato particolarmente interessante portare in scena questo racconto.
Il teatro è rimasto uno dei pochi luoghi di incontro con l’arte “dal vivo”, senza tecnologie che sostituiscano la presenza fisica, la voce e l’anima dell’attore e del musicista; in cui la comunicazione si espleta interamente nel qui ed ora, nel contatto diretto fra persone, nell’ascolto reciproco, nel giocare insieme.
E per sottolineare il tipo di comunicazione che si instaura proprio a teatro, tutto lo spettacolo è costruito come un grande gioco simbolico fra l’attore-narratore, il flautista-usignolo e il pubblico; tutti insieme si “fa finta” e quindi “si gioca” ad essere nella storia, a viverla “come se” fosse vera. Tutto ciò ci permette di parlare ai bambini non solo della favola che stiamo raccontando, ma anche di che cosa è il teatro e di come funziona la comunicazione dal vivo.
L’Usignolo diventa dunque un simbolo molto pregnante: è il simbolo dell’affetto insostituibile di un essere vivente, che dona ciò che ha gratis, purché non lo si incateni; è il simbolo dell’artista che dona un punto di vista sulla realtà, purché si stia al suo gioco; è il simbolo di una relazione, resa possibile perché “solo una voce che viene dal cuore arriva ad un altro cuore”, come dice L’Usignolo alla fine dello spettacolo!
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