Sorrisi e schiacciate: gli Harlem Globetrotters conquistano Varese
Quattromila persone in piedi al PalaWhirlpool per applaudire i "giramondo" della palla a spicchi, che come sempre battono e sbeffeggiano i malcapitati Washington Generals tra gag irresistibili e giocate spettacolari

Sotto i riflettori e davanti a quattromila persone (davvero bello il colpo d’occhio offerto dalle tribune) è così sfilata una serie di gag e di giocate pressoché infinita, sotto la regia di Big Easy Lofton, che forse è il capocomico più corpulento del mondo nella sua divisa numero 52. Attorno a lui è tutto un roteare di azioni con la palla che viaggia a mille all’ora fino all’immancabile schiacciata che lascia di stucco i malcapitati Washington Generals. Gli avversari di sempre degli Harlem che non vincono una partita dagli anni Settanta e, che per non lasciar nulla di intentato, si presentano con la faccia antipatica e litigando (per finta) con il pubblico. Così la gente non ha più alcun dubbio: tutti in piedi per applaudire le schiacciate paurose di Hi Rise Brown (foto di S. Raso) o gli incredibili tiri da lontano di Fligh Time Leng che è anche il maestro dei palleggi da sdraiato o da inginocchiato, un altro dei marchi di fabbrica dei Globetrotters.
E poi c’è lo spettacolare rapporto che i “giramondo” riescono a intavolare con il pubblico e con i bambini in particolare. Si va dal classico “gavettone” alle prime file fino al furto – ai danni di una ragazza seduta in parterre – di una borsetta che ricompare immancabilmente in campo, al collo di un “General” sbeffeggiato una volta di più. I bimbi sono comunque i più coinvolti sia sugli spalti sia sul parquet, dove qualche fortunato viene “convocato” per un gioco o per una gag con premio finale.
Insomma, uno degli show più vecchi dello sport mondiale continua a riscuotere tanti consensi nonostante una formula che se vogliamo è scontata; merito di questi atleti (tutti con un passato almeno in Ncaa a buon livello) che tra i pregi annoverano la grande disponibilità verso il pubblico, con una “sessione” di autografi e fotografie interminabile a seguire l’esibizione. Anche questo è uno dei motivi di un successo che, tornato dopo tanti anni a Varese, si è concluso con tutto il pubblico in piedi ad applaudire una storia infinita di sport-spettacolo.
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