Spazi per i giovani? “C’è la Fondazione Blini”. Anzi no

L'associazione 26per1 chiedeva uno spazio fisico da gestire, il sindaco: "Associatevi alla fondazione". Insorge Jacopo Leone Bolis, membro del CdA della Blini: "Ma se non ci fanno nemmeno partire, siamo inattivi da tre anni"

Pubblichiamo un intervento in merito alla rubrica "Dillo al sindaco" della web tv comunale di Busto Arsizio, e in particolare delle affermazioni del primo cittadino riguardo al problema degli spazi pubblici disponibili per i giovani.

Busto Arsizio è una città in bilico, sospesa tra degrado e opulenza, tra ricchezza e povertà (per osservare ciò è sufficiente spostarsi dal centro verso la periferia, dalle aree facoltose a quelle dedicate alla gente comune). Quello che mi ha infelicemente sorpreso e mi ha infastidito (non voglio certo nascondere i miei sentimenti) è il tono semplicistico e banale con cui tematiche di grande importanza e sensibilità vengano affrontate da parte dell’amministrazione locale e dei suoi rappresentanti principali.
Mostrando uno spirito emulatore di cattivo gusto nei confronti di taluni show mediatici capitanati dal Cavaliere di Arcore e dai suoi fedeli servitori (es. Porta a Porta) il comune di Busto Arsizio ha dato vita alla rubrica mediatica ‘Dillo al sindaco’. Un finto luogo di discussione politica tra amministrazione e cittadini. Luogo deputato alle discussioni locali ove ovviamente nessuno ha il diritto di controbattere al sindaco ed alla sua amministrazione (basta una semplicissima infarinatura di studi linguistici per rendersi conto che siamo innanzi ad una vera e propria comunicazione gerarchizzata… il suddito pone domande alle cui risposte non gli è certo possibile controbattere).

Nella "puntata zero" di tale democratico locus disputandi una associazione giovanile (l’associazione 26per1 ndr) ha avuto il coraggio di chiedere alla controparte amministrativa l’evidente necessità di destinare uno dei tanti fatiscenti stabili di proprietà del comune al proprio utilizzo affinché essi potessero ivi organizzarvi attività ludiche e culturali. La risposta è stata semplice quanto erronea: a Busto Arsizio esiste la Fondazione Blini, associatevi, organizzatevi con essa e non avanzate altre pretese.

Il ridicolo sorge spontaneo visto che tale associazione, di cui sono membro del CdA quale rappresentante dell’ormai disciolta Sinistra Giovanile (oggi Giovani Democratici), è stata chiamata a raccolta una sola volta dopo anni di inattività. Il Deserto dei Tartari in cui tale organismo culturale è disperso è evidentissimo tanto alla maggioranza quanto alle minoranze presenti in consiglio comunale. Cosa ce ne facciamo dei 200.000 euro messi a disposizione dalla Provincia di Varese se tale organismo associativo-culturale è affossato nell’inattività e nell’inutilità esistenziale da parte di quella stessa maggioranza che se ne fa vanto mediatico e che ha avuto l’onore e l’onere di partorirlo?
È indubbiamente vero che tale organismo culturale sia nato per gestire lo stabile presente in piazza Trento Trieste (oggi sede del Liceo Artistico cittadino), tuttavia perché fino a quando tale stabile non sia libero ed operativo non è stato reso possibile a questa associazione l’operare in qualsiasi settore culturale o sociale cittadino? Perché innanzi alla crisi economico-sociale appena verificatasi e manifestatasi a livello locale nella nefasta pagina degli sfratti è stato reso impossibile alla Fondazione Blini d’intervenire a vantaggio di chi rischiava e rischia tuttora di perdere casa? Forse non ci si rende conto che aiutare una famiglia e garantire ad essa una semplice formula abitativa vuol dire garantire conseguentemente a minori e non solo di tale agglomerato famigliare di continuare con profitto e senza preoccupazioni il proprio percorso formativo e di studi? Perché è stato interdetto alla Fondazione Blini il semplice presentarsi alla cittadinanza tramite attività culturali, ludiche e formative rivolte al pubblico giovanile bustocco e limitrofo? Perché si preferisce possedere 200.000 euro ricoperti dalla polvere piuttosto che tramutarli in azione, in attività pratiche legate alla solidarietà ed alla cultura?

Caro sindaco è lei che ha il compito di convocare il CdA della suddetta fondazione… spero che lo faccia al più presto, senza indugio alcuno. Purtroppo temo che la sua maggioranza non abbia alcuna voglia di dare vera e frizzante esistenza a tale associazione culturale. Non ho la minima voglia di interrogarmi nel merito di tale vostra disattenzione, di tale vostra incapacità (o peggio malafede). Quello che posso consigliarvi è di dare ascolto a chi chiede di poter gestire un edificio pericolante e ha la voglia, la volontà e la capacità di riportarlo a nuovo splendore. La cultura è uno dei pochi diritti per i quali valga la pena lottare senza risparmiare risorse, senza indugi ed esitazioni. Ascoltate chi vi chiede un pezzo di terra lasciato a maggese per riconsegnarvi, senza chiedervi nulla in cambio, uno splendido luogo d’incontro, di cultura e di socializzazione. E se le vostre orecchie saranno sorde a tale consiglio non sbalorditevi se innanzi alla vostra inattività, al vostro tergiversare, la risposta giovanile sarà l’autogestione, l’autodeterminazione. Henry David Thoreau, filosofo e scrittore statunitense del XIX secolo, autore di testi straordinari quali l’autobiografico ‘Walden’ e ‘Disobbedienza civile’ scrisse:
"La massa degli uomini serve lo Stato in questo modo, non come uomini soprattutto, bensì come macchine, con i propri corpi… [..] Uomini del genere non incutono maggior rispetto che se fossero di paglia o di sterco… Le leggi ingiuste esistono: dobbiamo essere contenti di obbedirle, o dobbiamo tentare di emendarle, e di obbedirle fino a quando non avremo avuto successo, oppure dobbiamo trasgredirle da subito?".
Come consigliò Thoreau nel già citato ‘Disobbedienza Civile’ io credo che se la legge ed i suoi rappresentanti non mostrano senno ma si ostinano in azioni ottuse ed insensate quali l’abbandono al degrado di stabili ed altri beni in nome del denaro o peggio dell’inattività sia dovere dei singoli prendere in mano senza esitazione alcuna le redini del proprio destino. Riflettete.

Jacopo Leone Bolis – membro del Partito Democratico, dei Giovani Democratici e membro del CdA della Fondazione Giovanni Blini

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Pubblicato il 05 Maggio 2010
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