Telemedicina in Italia: la soluzione ad un paese per vecchi

Cisco ha scelto il nostro paese per presentare la sua proposta di telemedicina: siamo un paese che invecchia, e la tecnologia sarà una risorsa importante per tutti

david bevilacqua amministratore delegato ciscoScegliere proprio l’Italia per presentare sul mercato europeo un prodotto innovativo come HealthPresence potrebbe sembrare una scelta azzardata. Il nostro è un paese che investe poco in tecnologia, specialmente in un settore difficile come quello della sanità. Ma a Vimercate, dove Cisco ha presentato questa tecnologia innovativa, c’è fiducia.

«La sanità è uno dei mercati a cui guardiamo con maggiore interesse qui in Italia», spiega l’amministratore delegato di Cisco David Bevilacqua (FOTO), «Questo paese condivide un buon primato col Giappone per la longevità della popolazione, e qui la sanità ha un impatto sul PIL molto alto, che potrebbe arrivare al 16% nel 2025». La popolazione invecchia e la sostenibilità del sistema sanitario deve quindi fare affidamento sulla tecnologia, se vorrà mantenere gli stessi standard qualitativi anche in futuro.

HealthPresence, che è un sistema che consente ai medici di visitare i pazienti a distanza, può ridurre il costo dei trasporti e facilitare la gestione dei pazienti, perché tutto viene digitalizzato. Ma non è nato solo con il risparmio in testa: l’intento è quello di offrire un servizio ancor più efficace al paziente, abbassando il tasso di mortalità. Non a caso le prime sperimentazioni europee, in Francia e Scozia, hanno riscontrato il giudizio positivo di medici e pazienti. «Qui in Italia abbiamo anche un cattivo record per quanto riguarda la percezione della qualità del sistema sanitario», prosegue Bevilacqua, «Mentre l’adozione di sistemi di questo tipo viene recepita con favore dai pazienti». Non solo perché la telepresenza, tecnologia su cui si basa HealthPresence, fa "chic", ma anche perché consente di coinvolgere in un consulto medico più di uno specialista alla volta, oltre allo stesso paziente. Il sistema italiano, nel quale i pazienti sono già costretti a doversi spostare da un ospedale all’altro alla ricerca del parere dei tanti specialisti, potrebbe trarre giovamento da una rete di comunicazione di questo tipo.

Gli ostacoli da affrontare entro questo autunno, quando lo strumento sarà effettivamente disponibile per gli ospedali italiani, saranno diversi. Primo fra tutti la qualità delle reti italiane: la HealthPresence, per funzionare al massimo delle sue potenzialità, richiede circa 6 megabit di banda garantita, sia per il paziente sia per il medico. «Sono strumenti come HealthPresence a farci capire l’importanza delle infrastrutture di rete in Italia», spiega l’amministratore delegato di Cisco, «Speriamo che anche nel nostro paese le regioni e le amministrazioni intervengano in prima persona, come è accaduto con successo in diversi stati del Nord Europa». Poi sarà necessario convincere aziende sanitarie, pubbliche e private, dell’efficacia di questo strumento. Sembra una scelta ragionevole, considerando le sfide che il sistema sanitario dovrà affrontare in futuro, ma quando si tratta di investimenti a lungo termine come questo, solo chi è in grado di progettare in prospettiva sa fare la scelta giusta.

Per ora, dalla parte di Cisco, ci sono il successo delle prime sperimentazioni e partner tecnologici di prestigio. La HealthPresence è compatibile con strumenti diagnostici di produttori noti al mondo della sanità, come la General Electric. Si tratta di un ecosistema di produttori con ottimi rapporti con gli ospedali italiani, una garanzia che dovrebbe aiutare l’ingresso della tecnologia anche nel nostro paese. I primi accordi a livello locale dovrebbero arrivare nei prossimi mesi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Maggio 2010
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