Ubi banca chiude 22 filiali in provincia
Dopo una lunga trattativa è stato raggiunto un accordo tra il gruppo e i sindacati. In provincia di Varese
Si è conclusa, dopo una maratona d’incontri incalzanti e senza pause la trattativa tra i sindacati e la direzione del gruppo Ubi Banca. Il confronto, durato per due settimane, è stato definito dai rappresentanti dei lavoratori "uno dei più duri" intrapresi con l’azienda. In provincia di Varese, dove il gruppo è presente con 130 sportelli e circa 1400 dipendenti, la riorganizzazione della rete porterà, in breve tempo, alla chiusura di 22 filiali e coinvolgerà, con nuova mobilità territoriale, processi di riqualificazione, esodi anticipati, diversi lavoratori e lavoratrici, "la cui entità numerica sarà oggetto di periodici monitoraggi e accurate verifiche tra organizzazioni sindacali ed azienda".
Il negoziato era iniziato a fine marzo scorso, con l’annuncio aziendale dell’esistenza di “tensioni occupazionali” e si è concluso con un accordo, dopo due mesi di trattative serrate.
Le forze sindacali, si legge nel comunicato diffuso questa mattina "hanno respinto le pretese iniziali del gruppo che, alla luce del mancato conseguimento dei risultati del piano industriale 2007-2010 e considerando il difficile periodo aziendale, caratterizzato da un calo sensibile di produttività e redditività, puntava esclusivamente ad una riduzione degli organici di 895 Addetti (su un totale di 20.285 al 31.12.2009) e al taglio della spesa del personale (meno settanta milioni di euro in modo permanente). Ribaltando l’impostazione del gruppo, che avrebbe voluto rendere subito obbligatorie le uscite di personale, mediante il ricorso alla Legge 223/1991, le organizzazioni sindacali sono riuscite, con la sigla dell’accordo avvenuta il 20 maggio scorso a mettere al centro il principio della volontarietà, come criterio operativo, e a limitare gli esodi a soli 500 dipendenti che hanno già maturato o stanno per maturare i requisiti per la pensione, e che potranno uscire dal gruppo bancario, aderendo a una delle diverse forme d’incentivazione concordate".
Solo in caso di mancato raggiungimento del numero previsto di uscite volontarie si farà eventualmente ricorso, in una fase successiva, previa verifica sindacale, all’applicazione della legge in materia di esuberi. "Elemento forte dell’intesa – prosegue la nota – è stata l’acquisizione, pretesa dalle parti sindacali, anche per il rilancio e lo sviluppo aziendale, della stabilizzazione del rapporto di lavoro per 550 lavoratori precari addetti nelle banche del gruppo, che si realizzerà in contemporanea con le uscite volonatrie e con un rapporto tra pensionamenti più ricorsi al fondo di solidarietà e nuovi ingressi stabili, di 1 a 1,10. È stato inoltre respinto, nel corso della trattativa, anche il tentativo improprio di UBI Banca di smantellare delle garanzie importanti del Contratto Nazionale e dei Contratti Aziendali delle Banche del Gruppo (in tema di: Ferie, ex-festività, straordinari, banca delle ore)".
Commentando le intese raggiunte, Rosalina Di Spirito, componente della Segreteria Provinciale della Fabi di Varese e partecipe al tavolo delle trattative, ha dichiarato: «Questo accordo, molto sofferto, è utile perché oltre a normare alcuni trattamenti, con la salvaguardia delle professionalità, della mobilità, dell’orario, per il rispetto della dignità della persona umana, interviene positivamente sul ‘valore’ di un bene indispensabile come il lavoro (con i nuovi 550 posti stabili per i giovani) che è necessario, soprattutto per la provincia di Varese».
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