Varese chiama, la Cina risponde

La necessità di innovare i programmi scolastici viene sostenuta dalla Provincia che chiede di introdurre lo studio di cinese, russo e arabo

Una delegazione cinese in visita alle Ville Ponti di VareseDopo l’Itpa Montale di Tradate, anche il Gadda Rosselli di Gallarate ha scelto di ampliare l’insegnamento delle lingue straniere, cercando di interpretare il futuro e le sue esigenze.
Cinese, arabo e russo sono, infatti, le lingue che la Provincia di Varese chiede alle proprie scuole di introdurre per formare le future generazioni: «Il mondo sta cambiano e ci sono realtà emergenti che dobbiamo guardare e studiare con molta attenzione – spiega il vicepresidente della Provincia Gianfranco Bottini – Il nostro tessuto imprenditoriale è proiettato verso questi mercati e noi dobbiamo preparci. Un conto è trattare ad alti livelli dove è molto diffuso l’inglese. Se si vuole penetrare nei mercati interni di un paese, però, si deve imparare a conoscerlo, partendo dalla sua lingua, dalla sua cultura, dalle sue tradizioni. Abbiamo bisogno di scuole che riescano ad interpretare le richieste del territorio. In molte riunioni aperte alle associazioni di categoria abbiamo raccolto la domanda di formazione mirata. Bene il cinese,  dunque, così come l’arabo e il russo in tutte le sue diverse declinazioni. Varese sta conquistando mercati in ogni parte del mondo e c’è la necessità di stare al passo».

«Al momento attuale, “mi de cines ne vedi propri pocch“»: si affida al dialetto Delio Riganti, presidente di Ascom Gallarate e gestore del Jet Hotel, per spiegare la situazione “turismo cinese” dalle sue parti. «E’ giusto che le scuole decidano di dare maggior spazio alle lingue di paesi emergenti, che potranno rappresentare il futuro. Ma la mia esperienza personale, al momento, è pari quasi a zero. In compenso, il mio portiere di notte ha scelto di frequentare, tra i corsi di formazione continua, uno di lingua cinese: però ci sono solo lui e il professore, alle lezioni….».

Decisamente più attenti al grande popolo cinese è SwissMiniatur che, tra i menù a disposizione dei visitatori, propone cucina cinese e indiana: « Quest’anno, il movimento di comitive provenienti dalla Cina si è intensificato. La maggiore ricchezza in quel paese e un allentamento dei vincoli per i viaggiatori hanno visto crescere il turismo verso l’Europa – spiegano dalla direzione del parco tematico ticinese – Noi abbiamo una persona a Shanghai che promuove la nostra realtà e a Lugano c’è una società che crea eventi e occasioni di scambio. Dal febbraio scorso, abbiamo comitive che arrivano dall’Italia per proseguire verso il cantone tedesco. Tra i nostri clienti, però, abbiamo anche molti indiani. Ed è per loro che abbiamo realizzato menù specifici: gli indiani mangiano solo cibo della propria cucina».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Maggio 2010
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