Comprare il biglietto di domenica? Un’impresa quasi impossibile
Malumori e stupore tra i viaggiatori: biglietterie chiuse, file alla macchina automatica. Che però dopo qualche ora di funzionamento non accetta più contanti
Stazione internazionale sì, ma senza biglietteria. Chi vuole partire da Gallarate la domenica deve armarsi di pazienza, se vuole viaggiare regolarmente: dei tre sportelli di biglietteria nei giorni festivi non ce n’è nemmeno uno aperto e i viaggiatori sono costretti a rivolgersi alle macchinette automatiche. Anzi: all’unica automatica, piazzata nel mezzo dell’atrio all’ingresso del sottopasso.
Di certo Gallarate non è una stazione qualsiasi: “porta” di Malpensa e punto di diramazione tra tre linee ferroviarie, di cui due internazionali (valichi di Luino e Domodossola). Come direbbe l’enciclopedia:
“importante nodo ferroviario e stradale”. Di fatto, però, la stazione continua a rimanere nel degrado, tra ascensore rimasto bloccato per mesi (e ora finalmente attivato), copiose infiltrazioni d’acqua dentro nel sottopasso ad ogni pioggia (nella foto), sporcizia sui binari. Tutti aspetti di competenza di Rete Ferroviaria Italiana, la società che gestisce la stazione dopo il rinnovo ad opera di Centostazioni. La questione delle biglietterie invece compete a Trenitalia, che forse ritiene poco remunerativo tenere aperti gli sportelli “umani” la domenica. Peccato però che l’unica macchinetta sia letteralmente presa d’assalto dai viaggiatori, compresi diversi stranieri. Una scena che si ripete più o meno ogni domenica, ma in particolare ora, alle porte delle vacanze e con le belle giornate che invitano a muoversi, magari senza prendere l’automobile.

Ce lo segnala anche il nostro lettore Alessandro, che riferisce della lunga fila e di una sorpresa finale dopo l’attesa: «la macchinetta accetta solo carte di credito o bancomat. Molti davanti a me volevano pagare coi contanti e rinunciano al biglietto, la coppietta davanti a me parlava inglese e la loro carta non viene accettata per cui rinunciano: che bella impressione che avranno avuto!». La scena descritta dal nostro lettore risale alla domenica pomeriggio; a metà giornata (intorno alle 13) la fila era sempre lunga, ma almeno la biglietteria accettava ancora monete e banconote. La stazione, anche in quel momento, era tutt’altro che vuota, tra turisti stranieri, gitanti italiani e stranieri diretti ai laghi, viaggiatori in partenza per varie località. «Io viaggio senza biglietto, sono onesto, ma non posso perdere un’ora», commentava un anziano lasciando la macchinetta e correndo verso il treno ormai in partenza.
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