Finisce la scuola, ma gli insegnanti disertano gli scrutini
Forma di protesta contro i tagli nel settore scuola in alcune regioni d’Italia. Già coinvolte 4mila classi mentre lunedì e martedì potrebbe arrivare anche in Lombardia
Far saltare gli scrutini. È questa la proposta che è stata attuata in questi giorni da alcuni professori per protestare contro i taglia alla scuola che mette in atto la Finanziaria del Governo. Sabato 12 giugno si è svolto quindi l’ultimo giorno di scuola e di conseguenza sono partiti gli scrutini. Centinaia di questi sono andati deserti in Puglia, Marche, Veneto, Umbria e Sardegna. Basta che sia assente un solo professore e lo scrutinio non si può fare. I tagli, secondo Cobas, coinvolgerebbero oltre 40mila posti di lavori con una pesante riduzione salariale per chi rimane.
«In totale sono almeno 4 mila le classi delle superiori dove non è stato possibile tenere gli scrutini – spiegano dai Cobas -. L’iniziativa proseguirà lunedì e martedì in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio. Liguria, Lombardia, Molise, Friuli Venezia-Giulia, Piemonte, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta e provincia di Bolzano».
Tutta la protesta, che quindi potrebbe crescere ulteriormente settimana prossima, potrebbe mettere a rischio sia gli esami di terza media che quelli di maturità. La punta maggiore della protesta si potrebbe raggiungere già lunedì e martedì.
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