Giorgio Merletti: “Una manovra che non serve all’Impresa”

Il Governo vara misure di austerità, vigilanza e controllo. Ma non chiarisce il concetto di semplificazione e dimentica una seria politica fiscale a vantaggio delle MPI. L'intervento di Merletti, presidente di Confartigianato

«Nella manovra varata dal Governo, le micro e piccole imprese non sono certo considerate nel loro ruolo di attori capaci di creare l’espansione economica. Piuttosto, comparse dalle quali assorbire le maggiori risorse che andranno a vantaggio di una piccola parte del Sistema-Paese. Si tratta di una Manovra che non rilancia l’economia e non aiuta la crescita imprenditoriale. Competitività e concorrenza sono concetti che devono essere riempiti di contenuti attraverso azioni positive di sviluppo. Insomma, qui non si offrono risposte di politica industriale e non si agisce sulla produttività. Servono politiche dell’offerta che aumentino l’efficienza del sistema (e forse la Manovra, in questo, potrà servire) ma anche un alleggerimento della tassazione, che grava sul lavoro, per spostarla sui consumi».
Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato, com’è sua abitudine non usa giri di parole quando si tratta di parlare della politica e delle questioni che riguardano i rapporti con le piccole imprese. «Apprezziamo la manovra nel suo tentativo di imporre una certa austerità: tagli alla macchina pubblica e alle spese improduttive. Apprezziamo nello stesso tempo il tentativo del Governo di sferrare l’attacco decisivo a elusione ed evasione, contrastare il fenomeno delle imprese che cessano l’attività entro un anno dall’inizio (purché sia fatto coscienziosamente come lotta alla irregolarità e all’abusivismo) e la soppressione di enti pubblici che sono al di fuori di ogni logica per una nazione tra le prime in Europa. Si tratta, però, di una Manovra di vigilanza e controllo che va a colpire le MPI e le rende insicure, tra redditometro e fattura elettronica. Ci auguriamo che la linea del Governo si dimostri ferma e che si intervenga secondo leggi uguali per tutti e ponderando le ragioni degli interventi: non si possono non fare distinzioni tra imprese piccole, medie e grandi. Non distinzione nelle regole, ma negli strumenti che devono essere posti a loro vantaggio: costi e adempimenti a carico di una MPI non possono essere uguali a quelli di una grande industria».

Merletti non fa critiche generiche ma entra nello specifico della manovra che sembra "ignorare" il mondo delle micro e piccole imprese, come le chiama lui. «Piuttosto si aiuti a "fare l’impresa", perché alcune misure inserite nella Manovra (per esempio quella riguardante le reti di imprese) non toccano minimamente il segmento manifatturiero delle MPI. Inutile nascondere il fatto che molte delle azioni del Governo non vanno a vantaggio dei micro e piccoli imprenditori perché pensate per grandi realtà in grado di spostare ingenti investimenti in ricerca, sviluppo, brevetti. Tantomeno utili i contributi "a pioggia", che non vanno certo nella giusta direzione di una razionalizzazione delle risorse ed una riorganizzazione della spesa secondo criteri di rigore e sviluppo. Dovremmo chiedere al Governo, a questo punto: quale è l’intensità dello sviluppo a vantaggio delle MPI, quali le risorse ad esse dedicate, quale l’oggetto dell’agevolazione e, infine, quali i benefici che le imprese trarranno da questa Manovra?».

Il presidente di Confartigianato dà un’indicazione, forse la più urgente, da seguire: la dimunzione della burocrazia, oppressiva e costosa. «La semplificazione non significa annullare le regole. Casomai diminuire gli adempimenti e i passaggi burocratici, ma non il peso ed i fini della legge. Con l’autocertificazione in carico alle imprese (che dovranno preoccuparsi, preventivamente, della correttezza di tutti gli oneri) temiamo che il Governo voglia trasferire alle MPI "più responsabilità all’individuo", così come previsto dalla modifica dell’art. 41 della Costituzione, senza agire per tamponare la probabile concorrenza sleale di coloro che sostengono l’autocertificazione gratuita. Manca una riforma fiscale che si attende ormai da anni. Semplificare significa tagliare anche le tasse e non solo le spese: basta buona volontà ed un progetto pragmatico di utilizzo sano e coerente delle risorse. La Manovra si fa forte anche di una riduzione del 70% delle procedure legate al Sistri: inserire un nuovo costo alle imprese per poi tagliarne una parte non rientra in una visione concorrenziale del futuro. Siamo d’accordo nel dire che la crescita non la fanno i Governi, ma qualche contributo lo possono dare. Con la Manovra anticrisi, si toglie: soprattutto alle micro e piccole imprese.».
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Giugno 2010
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